Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Usa 2020, Trump: "Non concedo la vittoria a Biden, elezioni truccate". E Twitter lo censura

Per un po', il mondo ha pensato che fosse successo: è sembrato che il presidente Usa, Donald Trump, avesse accettato la sconfitta e ceduto le armi. Nel mezzo di una raffica di 'tweet' diffusi di buon mattino, il capo della Casa Bianca, ha riconosciuto che il suo rivale Joe Biden ha «vinto le elezioni»: «Ha vinto perchè il voto era truccato», ha scritto su Twitter.

Era la prima volta, a distanza di quasi due settimane dall’Election Day, che il presidente Usa ammetteva la sua sconfitta per mano del rivale, il democratico, Joe Biden, seppur ribadendo l’esistenza di frodi e brogli: «He won...», «Ha vinto». Ma è passato poco, e lui stesso, a stretto giro di posta, ha puntualizzato, rilanciando il suo messaggio: «Elezioni truccate, vinceremo».

E subito dopo ha aggiunto: «Lui (Biden, senza mai citarlo per nome; ndr) ha vinto solo agli occhi dei FAKE NEWS MEDIA, della stampa menzognera. Non concedo un bel NIENTE! Abbiamo una lunga strada da fare. Questa è stata un’ELEZIONE TRUCCATA!». A dieci giorni dal voto, il presidente Trump dunque non cambia il messaggio, e se lo fa è forse per un errore che gli scappa inavvertitamente (due giorni fa, nel suo primo intervento pubblico dal voto, aveva detto che «il tempo dirà» quale sarà la nuova amministrazione).

La maggior parte delle emittenti statunitensi ha dichiarato Biden vincitore più di una settimana fa, Biden ha già tenuto il discorso di vittoria e ha messo in piedi la sua squadra di transizione. Ma Trump, che ha messo in dubbio la validità delle elezioni sin dalle settimane antecedenti il voto, continua ad arroccarsi e a minacciare azioni legali.

Nel frattempo, Twitter ha 'bollato' ancora una volta i suoi 'tweet' facendo notare che «l'affermazione che si è trattato di elezioni truccate è contestata»; mentre il 'transition team' osserva che «non è un tweet di Donald Trump a rendere o meno Joe Biden presidente. È il popolo americano che lo ha deciso».

Lo scivolone di Trump (inavvertito e meno) arriva all’indomani di una giornata trascorsa dal presidente a giocare a golf e dai suoi sostenitori per le strade di Washington Dc, nel cuore della capitale: una folla colorata e vociante, radunata dai movimenti «Women for Trump», «Million Maga March» e «Stop the Steal», ha sfilato vicino alle istituzioni federali con la benedizione del suo beniamino che ha incrociato i manifestanti in limousine mentre andava a giocare nel suo golf club in Virginia.

A parte qualche tafferuglio, il corteo si è svolto pacificamente, accompagnato dal solito balletto dei numeri: la portavoce della Casa Bianca ha parlato di «più di un milione» in piazza, lo stesso presidente di «centinaia di migliaia» ma per i media si è trattato solo di qualche migliaio o forse decine di migliaia di manifestanti. Lo slogan era «Stop the Steal», ferma il furto.

Ci sono stati però alcuni scontri con i sostenitori di Biden e la polizia ha arrestato 20 persone, quattro delle quali armate; e una persona sarebbe stata accoltellata. E intanto, in molti si chiedono quando potrà davvero mettersi in moto il 'transition team': lo staff che deve preparare il terreno per il suo ingresso alla Casa Bianca da giorni valuta se avviare un procedimento legale contro la General Services Administration (Gsa), guidata da Emily Murphy, una nomina di Trump, che non ha ancora riconosciuto la sua vittoria.

La Gsa di solito stabilisce chi abbia vinto le presidenziali quando ciò diventa sufficientemente chiaro dai dati, sebbene la legge non fissi un termine preciso. Ma il riconoscimento della Gsa è fondamentale in quanto, in sua assenza, per il presidente eletto non è possibile avere accesso ai fondi federali necessari per le spese della transizione, a partire dalla retribuzione del personale, nè ottenere incontri con i responsabili dell’intelligence e altri importanti funzionari dell’amministrazione.

Oggi lo stesso l’immunologo Anthony Fauci ha detto che anche la lotta al coronavirus sarebbe molto più efficace se potesse già lavorare con gli uomini di Biden: «È quasi come passare il testimone in una gara: renderebbe le cose più agevoli se potessimo farlo». Fauci ha anche elogiato la scelta di Ron Klain come futuro capo di gabinetto della Casa Bianca; ha lavorato con Klain sotto l’amministrazione Obama, quando il 'nuovo chief of staff' di Biden era stato incaricato di coordinare la risposta al virus Ebola: «È stata una scelta eccellente».

Chi di sicuro non farà parte della futura amministrazione Biden è l’ex presidente Barack Obama. Nonostante probabilmente sono in molti a sperarlo tra quanti hanno votato democratico, la sua sarebbe una presenza troppo ingombrante. Dal canto suo, Obama -che sta presentando il suo nuovo libro, «Una terra promessa» e nelle varie interviste di lancio ha raccontato anche di come abbia lasciata Michelle «sola e isolata» mentre lavorava fino a tarda notte negli anni difficili alla Casa Bianca- l’ha già escluso: «Io nell’amministrazione Biden? Michelle mi lascerebbe».

Caricamento commenti

Commenta la notizia