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Egitto, l'Italia chiede il rilascio di Zaky e dei rappresentati della ong

Il ricercatore egiziano Patrick George Zaky

L’Italia continua a seguire con la massima attenzione la vicenda legata agli arresti dei tre rappresentanti di Eipr, la ong per la quale lavorava Patrick Zaky. Domenica - si apprende da fonti della Farnesina - l'ambasciatore Cantini ha avuto un colloquio con l’Assistant Foreign Minister egiziano per i Diritti Umani, ambasciator Gamaleddin.

In tale occasione, il rappresentante diplomatico italiano ha manifestato la forte preoccupazione per l’inasprimento della repressione nei confronti della società civile e per la situazione dei diritti umani in Egitto, ribadendo al contempo la richiesta di un pronto rilascio dei tre attivisti e di Patrick Zaky.

Il colloquio dell’ambasciatore Cantini si è tenuto a seguito della richiesta di incontro espressa anche da altri Paesi europei al ministero degli Esteri egiziano già nelle fasi immediatamente successive agli arresti degli attivisti di Eipr. Tale iniziativa fa seguito ad una serie di démarches ufficiali già svolte, tra cui il passo nei confronti dell’ambasciatore egiziano a Roma e l’invio, assieme ad altri partner internazionali, di una lettera al ministro degli Esteri Sameh Shoukry.

Infine, si apprende dalle stesse fonti, in occasione dell’interrogatorio del direttore esecutivo di Eipr, Abdel Razek, un gruppo di rappresentanti diplomatici si è recato nei pressi della Procura per la Sicurezza dello Stato egiziana al Cairo per incontrare i familiari dei detenuti, gli attivisti e i loro avvocati, portare loro la vicinanza e la concreta solidarietà delle istituzioni e segnalare la costante attenzione al caso. Erano presenti, oltre all’Italia, anche funzionari di Canada, Finlandia, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Spagna, Germania, Francia e Svizzera.

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