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Bambina di 7 anni uccisa fra le braccia del padre: nessuna pietà dei militari in Birmania

Una bambina di sette anni è stata uccisa dalle forze di sicurezza a Mandalay. Lo denuncia la famiglia della piccola, secondo quanto riportato dalla Bbc. Il quotidiano locale Myanmar Now scrive che i militari hanno fatto irruzione nella loro casa, nel quartiere periferico di Chan Mya Thazi, e hanno sparato contro suo padre, ma hanno invece colpito la bambina che si trovava in braccio all’uomo. La piccola, che si chiamava Khin Myo Chit, è la più giovane vittima della repressione dei militari. Il fratello di 19 anni è stato arrestato.

Khin Myo Chit è la vittima più giovane dopo il colpo di Stato militare del 1 febbraio. Sono oltre 20 finora i minori che hanno perso la vita in Birmania dal primo febbraio e almeno 17 si trovano in stato di detenzione: lo riferisce Save the Children, esortando a proteggere bambini e ragazzi e a fermare la violenza contro i manifestanti pacifici nel Paese. Solo ieri sarebbero stati uccisi due minorenni, tra cui un ragazzo di 14 anni a Mandalay. Save the Children conferma che il ragazzo sarebbe stato ucciso a colpi di arma da fuoco mentre era in casa o nei pressi, senza alcun coinvolgimento diretto nelle proteste. Avrebbe dovuto compiere 15 anni a luglio. «Save the Children ritiene il numero crescente di morti tra i bambini e gli adolescenti estremamente allarmante, teme anche per la sicurezza di almeno 17 minori - tra cui una ragazzina di 11 anni - che sarebbero detenuti arbitrariamente. Al 22 marzo, l'Organizzazione e i suoi partner hanno registrato un totale di 146 casi di arresti o detenzioni di minori. Oltre a questi bambini e adolescenti detenuti, altri manifestanti, molti dei quali giovani studenti, continuano a essere arrestati. Secondo le ultime stime sono circa 488 gli studenti attualmente detenuti, di cui almeno venti sono delle scuole superiori la cui età è sconosciuta, ma alcuni di loro potrebbero anche avere meno di 18 anni». «Siamo inorriditi dal fatto che i bambini continuino a essere tra gli obiettivi di questi attacchi fatali contro manifestanti pacifici» - afferma la ong, ricordando che «la sicurezza dei bambini deve essere garantita in ogni circostanza e chiediamo ancora una volta alle forze di sicurezza di porre fine immediatamente a questi attacchi mortali contro i manifestanti».

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