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Usa, Amazon ammette: dipendenti costretti a fare pipì in bottiglie

E’ purtroppo vero, e non è quindi solo una leggenda, il fatto che i dipendenti di Amazon negli Usa sarebbero a volte costretti a fare pipì nelle bottiglie di plastica, per non perdere tempo nelle consegne. Lo stesso regista Ken Loach, nell’ultimo film «Sorry we missed you», aveva rivelato questo agghiacciante particolare. E dopo averlo negato per mesi, l’azienda ora lo ammette. «Sappiamo che i nostri autisti possono avere e hanno problemi a trovare i bagni a causa del traffico o perché percorrono strade fuorimano e questo è stato particolarmente frequente durante la pandemia di Covid, quando molti bagni pubblici erano chiusi», è la sconvolgente confessione della società. Un’ammissione clamorosa che arriva dopo una polemica sollevata da un tweet di un membro democratico della Camera Usa, Mark Pocan. «Solo perchè paghi i tuoi impiegati 15 dollari all’ora non ti rende un posto di lavoro all’avanguardia - aveva detto rivolgendosi al gigante dell’e-commerce - se costringi i tuoi impiegati a fare pipì nelle bottiglie di plastica».

Inizialmente la società aveva smentito, ma poi diversi media americani avevano riportato numerose dichiarazioni di impiegati che testimoniavano l’esistenza di questa "pratica", e alcuni di questi avevano riportato addirittura dei documenti interni che attestavano come fosse ben conosciuta anche dagli stessi dirigenti dell’azienda.
La società è stata quindi costretta a fare dietrofront: «Dobbiamo delle scuse a Pocan», ha detto. La prima replica al parlamentare «non teneva conto degli autisti» e si era concentrata «erroneamente sui nostri centri di distribuzione», dove i dipendenti possono «allontanarsi dalle loro postazioni di lavoro in qualsiasi momento» per visitare «le decine di bagni» a loro disposizione.

Il problema con gli autisti di Amazon è «di lunga data» e «riguarda tutto il settore», ha fatto sapere la società sottolineando: «Vorremmo risolvere il problema. Non sappiamo come, ma cercheremo delle soluzioni», ha promesso.
Pronta la replica di Pocan: «Sigh», ha twittato. «Non si tratta di me ma dei vostri impiegati, che non trattate con sufficiente rispetto e dignità. Iniziate a riconoscere le condizioni di lavoro inappropriate che avete creato per tutti i vostri dipendenti».
Amazon è sotto i riflettori negli Stati Uniti con il voto, sulla creazione di un sindacato in un magazzino in Alabama, che sarebbe il primo nel paese. I risultati non sono ancora stati annunciati. (AGI)

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