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Appello di Draghi alle case farmaceutiche: “Senza vaccino stanno morendo milioni di persone”

Siamo di fronte a un evento unico: milioni di persone che non sono in condizione di acquistare i vaccini stanno morendo. Lo ha detto, a quanto si apprende, il premier Mario Draghi nel corso della cena di lavoro dei leader europei al vertice di Oporto. Come europei - ha aggiunto - non possiamo ignorare questo problema. Sappiamo che le risorse finanziarie non sono e non saranno mai sufficienti. Ma il grido risuona.

Mario Draghi durante la cena di lavoro con gli altri leader europei tenutasi dopo il "Social summit" ad Oporto si è soffermato sulla disponibilità degli Stati Uniti di sospendere la proprietà intellettuale sui vaccini per aiutare i paesi poveri nella lotta al Covid. Il premier considera la proposta del presidente americano Joe Biden realizzabile.
«Persone che conoscono bene la materia mi dicono che una misura temporanea e ben congegnata non rappresenterebbe un disincentivo per l’industria farmaceutica», osserva il Capo dell’esecutivo, sottolineando che «le case farmaceutiche hanno ricevuto finanziamenti enormi dai governi». E aggiungendo: «A questo punto ci sarebbe quasi da aspettarsi che ne restituissero almeno una parte a chi ha bisogno».

Ma il premier va oltre il problema e sulla stessa lunghezza d’onda degli altri leader Ue, a partire dal presidente francese Emmanuel Macron, sottolinea che la questione è anche un’altra. Intanto un messaggio all’Europa: «Dobbiamo continuare ad accelerare le vaccinazioni con trasparenza e affidabilità. Occorre inoltre aumentare la produzione in ogni parte». Poi l’invito agli altri paesi al di fuori della Ue affinchè rimuovano i blocchi alle esportazioni: «L'Unione europea esporta l’80% della propria produzione verso paesi interessati da blocchi alle esportazioni. In questo contesto vedo con favore la proposta del presidente Biden», dice il presidente del Consiglio.
Per il premier «ci sono tuttavia due ulteriori problemi che dovranno essere affrontati affinchè la proposta si possa considerare realistica: la sicurezza della produzione e l’incredibile complessità del processo produttivo. «Come europei non possiamo ignorare questo problema. Sappiamo che le risorse finanziarie non sono e non saranno mai sufficienti. Ma il grido risuona», conclude Draghi.

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