Eliza è un chatbot sviluppato nel 1966 da Joseph Weizenbaum, scienziato informatico del MIT (Massachusetts Institute of Technology). Si tratta di uno dei primi esempi di conversazione artificiale ed è stato progettato per imitare il dialogo di un terapeuta psicoanalitico. Il nome deriva dalla protagonista della pièce di George Bernard Shaw, "Pygmalion", che ha anche ispirato il musical "My Fair Lady".
Come funziona Eliza Chatbot
Eliza è stato progettato per utilizzare una tecnica di elaborazione del linguaggio naturale nota come "risposte basate su regole". Infatti ha una serie di regole che gli permettono di rispondere a domande specifiche con frasi che sembrano essere una risposta comprensiva. Tuttavia, in realtà non c'è alcuna comprensione profonda del linguaggio da parte di Eliza. La sua risposta è semplicemente una trasformazione del testo di input che segue alcune regole prestabilite.
Antesignano di Chat GPT
Anche se Eliza è stata progettata per imitare un terapeuta come semplice parodia, è stato presto scoperto che molte persone erano disposte a parlare con il chatbot e a condividere con esso informazioni personali e intime. Questo ha mostrato che le persone sono disposte a parlare con intelligenze artificiali e che le chatbot possono svolgere un ruolo importante nella comunicazione umana.
Eliza è considerata un'antesignana di ChatGPT in quanto ha dimostrato che la conversazione artificiale è possibile e che le persone sono disposte a interagire con essa. Oggi, i chatbot come ChatGPT sono molto più avanzati e possono rispondere a una vasta gamma di domande e richieste, grazie all'utilizzo di grandi quantità di dati e tecnologie di elaborazione del linguaggio naturale.
Sviluppo futuro di chatbot
In futuro, è probabile che i chatbot diventino sempre più avanzati e che siano in grado di fornire risposte più accurate e naturali. Tuttavia, ci sono anche alcune sfide da affrontare. Ad esempio, è importante che i chatbot siano in grado di comprendere il contesto e di rispondere in modo appropriato. Inoltre, è necessario garantire che i chatbot non vengano utilizzati per diffondere informazioni false o per influenzare in modo indesiderato le opinioni degli utenti.
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