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Donald Trump in stato d'arresto: si dichiara non colpevole

Donald Trump, inoltre, non ha nessuna intenzione di mollare la corsa alle presidenziali del 2024, neanche in caso di condanna

Trump interviene a un summit di Orban, 'un leader straordinario'

«Non colpevole». Nell’udienza durata poco più di mezzora al tribunale di Miami, Donald Trump ha respinto tutte le 37 accuse a suo carico nell’ambito dell’indagine sulle carte classificate portate dalla Casa Bianca a Mar-a-Lago. La seconda incriminazione per il tycoon in pochi mesi e la prima volta nella storia americana che un ex presidente viene portato in aula per aver messo a rischio la sicurezza di un Paese che era stato eletto per difendere.

«Presentiamo una dichiarazione di non colpevolezza», ha detto al giudice Jonathan Goodman l’avvocato di Trump Todd Blanche che, assieme all’ex solicitor general della Florida Chris Kise, è subentrato a due avvocati storici del tycoon silurati a sorpresa pochi giorni fa. Nell’aula non erano ammesse telecamere nè registratori e, con un’ordinanza dell’ultimo minuto, ai giornalisti è stato vietato di portare laptop e computer anche solo per prendere appunti. I cronisti presenti hanno poi raccontato di un ex presidente «irritato», «scuro in volto», «con le braccia conserte» alla lettura dei capi d’imputazione tra i quali violazione della legge contro lo spionaggio e ostruzione della giustizia, come Richard Nixon all’epoca del Watergate.

Accuse federali molto più pesanti delle bugie sui pagamenti alla pornostar Stormy Daniels. Come accadde lo scorso aprile a Manhattan, l’ex presidente è stato arrestato ed è rimasto in custodia della polizia di Miami al tribunale per qualche ora. Come un qualunque criminale gli sono state prese le impronte digitali, ha dovuto compilare moduli e presentare il suo social security number, il codice fiscale ma niente manette e foto segnalatiche per evitare strumentalizzazioni o spettacolarizzazioni. Dopo circa due ore Trump è stato lasciato andare senza condizioni poichè il giudice ha stabilito che non è a rischio fuga e può continuare a viaggiare sottolineando che non è comunque autorizzato a parlare con i testimoni dell’inchiesta. Anche l’assistente del tycoon, Walt Nauta, accusato di aver spostato e nascosto scatoloni di documenti top secret e di aver mentito in merito all’Fbi a maggio del 2022, si è dichiarato non colpevole.

Quello che accadrà da qui ai prossimi mesi e quale impatto avrà sulla corsa alla Casa Bianca per il 2024 è ancora incerto. Jack Smith, il procuratore speciale che ha condotto le indagini ed era presente in aula, ha chiesto un processo «rapido» ma è probabile che ci vorranno mesi. Il percorso classico, dopo una dichiarazione di non colpevolezza, è che il dipartimento di giustizia inizierà a rivelare le sue prove, quindi saranno depositate e discusse mozioni preliminari e tutto questo richiederà tempo. Il tycoon continua a giocare in attacco e, anche pochi minuti prima di entrare in tribunale, ha lanciato bordate contro l’establishment americano sul suo social Truth.

«Smith è un delinquente, un pazzo della destra radicale e un Trump Hater, come lo sono tutti i suoi amici e la sua famiglia», ha tuonato l’ex presidente accusando il dipartimento di Giustizia, di «essere corrotto», «nelle mani di Biden» e di aver «messo apposta le carte negli scatoloni». In un altro post ha ribadito che era «un giorno triste per l’America. Siamo una nazione in declino, questa è una caccia alle streghe». Argomenti che saranno al centro del suo discorso nel fortino di Bedminster, in New Jersey, dove si è affrettato a tornare. Fuori dal tribunale lo ha salutato una folla di centinaia di sostenitori che agitavano le bandiere con lo slogan 'Make America Great Again' ai quali l’ex presidente ha risposto alzando i pollici rassicurandoli. Non ci sono stati incidenti, come si temeva alla vigilia né si sono palesati gli estremisti Proud Boys, artefici dell’insurrezione del 6 gennaio a Capitol Hill. L’unico momento di tensione si è verificato quando un uomo, che indossava l’uniforme da carcerato a strisce bianche e nere, ha provato a lanciarsi sul suv di Trump ma è stato fermato dal Secret Service. Poi l’ex presidente a sorpresa si è fermato in un ristorante cubano di Miami per slautare suoi fan e ha persino pagato da bere a tutti. Grande assente anche stavolta Melania, che è rimasta tutto il giorno, in silenzio, a New York.

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