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Guerra in Ucraina, bombe russe sul centro di Chernihiv: 7 morti, c'è anche un bambino

Sono 7 i morti, tra cui un bambino di 6 anni, del bombardamento russo nella città ucraina settentrionale di Chernihiv. Lo riferisce la Reuters sul proprio sito citando il ministero dell’Interno di Kiev. Tra i 90 feriti anche 12 bambini e 10 poliziotti. Il missile russo ha colpito la piazza centrale danneggiando un’università e un teatro. La gente stava andando in chiesa per celebrare una festa religiosa quando ha avuto luogo l’attacco, riferisce il ministero.

Zelensky ha quindi pubblicato un video del luogo dopo il bombardamento in cui si vedono detriti attorno a un grande edificio di epoca sovietica, con auto parcheggiate intorno parzialmente distrutte, tetti frantumati e finestre esplose. Il governatore della regione di Chernihiv, Vyacheslav Chaus, ha affermato in precedenza che il centro della città è stato probabilmente colpito da un missile balistico e ha invitato le persone a "rimanere nei nascondigli". Le forze russe hanno marciato attraverso Chernihiv quando hanno invaso l'Ucraina il 24 febbraio 2022, da diverse direzioni, inclusa la Bielorussia. Sono stati poi respinti dalle forze di Kiev. Da allora, l'Ucraina settentrionale è stata in gran parte risparmiata dai feroci combattimenti che hanno infuriato a est e a sud.

Lavrov: "No alla guerra nucleare ma un deterrente serve"

La Russia rimane "pienamente impegnata nel principio che la guerra nucleare è inaccettabile", crede che "non ci possano essere vincitori in un tale conflitto e di conseguenza non vada mai scatenato". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, in un'intervista citata dall'agenzia Tass. "E' necessario prevenire qualsiasi scontro militare tra potenze nucleari, perché rischia di trasformarsi in uno scontro nucleare: l'obiettivo più importante attualmente è che ogni potenza nucleare eserciti la massima moderazione", ha sottolineato Lavrov. Il ministro degli Esteri russo ha poi affermato che "il possesso di armi nucleari nel contesto della deterrenza è oggi l'unica risposta possibile ad alcune significative minacce esterne" alla sicurezza della Russia, sottolineando che lo "sviluppo della situazione" intorno all'Ucraina conferma la validità delle preoccupazioni di Mosca in questo settore. "La politica dello Stato nel campo della deterrenza nucleare - ha assicurato Lavrov - è esclusivamente difensiva e finalizzata a mantenere il potenziale delle forze nucleari al livello minimo necessario per la difesa garantita della sovranità e dell'integrità territoriale, prevenendo l'aggressione contro la Russia e i suoi alleati".

"Le riunioni multilaterali sull'Ucraina a Gedda e Copenaghen a cui la Russia non è stata invitata mostrano che l'Occidente non intende negoziare nulla con Mosca", ha dichiarato il ministro degli Esteri russo. Al momento "non ci sono prospettive per colloqui" sull'Ucraina "tra la Russia e l'Occidente" poiché "gli sponsor occidentali continuano a spingere Kiev ad alzare la posta", ha aggiunto Lavrov. "Più a lungo dureranno gli scontri armati, meno interesse avranno gli investitori occidentali a contribuire alla ripresa postbellica in Ucraina e più debole sarà la loro fiducia nel successo di Kiev sul campo di battaglia", secondo il ministro degli Esteri russo. Lavrov mette in dubbio che "Kiev potrà essere in grado di onorare il suo debito pubblico. I contribuenti nei paesi occidentali - afferma quindi il ministro degli Esteri russo - non avranno altra scelta che portare l'onere del debito non pagato, causando più inflazione e abbassando il tenore di vita".

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