
«Ci sono stati casi molto brutti dove i migranti come un ping pong, sono andati indietro e si sa che tante volte finiscono nei lager, finiscono anche peggio di prima». Lo ha detto il Papa nella conferenza stampa sull'aereo papale. Al giornalista che chiedeva se i suoi appelli da dieci anni abbiano fallito, il Papa ha risposto: «Credo di no, dirò che la crescita è andata lentamente oggi c'è coscienza del problema migratorio, c'è coscienza che è arrivata a un punto, come una patata bollente che non si sa come prenderla».
Il Papa ha ribadito che nei lager «è il regno del terrore», sono schiavi» e «noi non possiamo senza vedere le cose mandarli indietro come una palla di ping pong». «I migranti vanno accolti, accompagnati, promossi, integrati».
La questione ucraina
«Questa guerra è un po' interessata non solo dal problema russo e ucraino ma per vendere le armi, il commercio delle armi», «gli investimenti che danno più redditi sono le fabbriche di armi, cioè le fabbriche di morte»., ha proseguito il Papa. «Non dobbiamo giocare col martirio di questo popolo, dobbiamo aiutare a risolvere le cose nel modo più possibile», «nelle guerre il reale è il possibile non per farsi l’illusione che domani i due leader in guerra vanno a mangiare insieme», «fare il possibile fino a dove arriveremo».
Il Papa ha aggiunto: «Adesso ho visto che qualche Paese si schiera indietro, che non dà le armi, comincia un processo dove il martire sarà il popolo ucraino. Certamente questa è una cosa brutta». Su questa frase il direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, ha spiegato ai giornalisti: «Un ragionamento per paradosso: se un Paese continua a darti armi ti convinci che puoi vincere e poi quando te le tolgono ti ritrovi nei guai».
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