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Gaza, dopo la rottura della tregua con Hamas gli attacchi israeliani proseguono per il secondo giorno

Nuovi attacchi israeliani hanno sconvolto Gaza per il secondo giorno consecutivo dopo la rottura della tregua, secondo fonti locali.

Nuvole di fumo grigio incombono sulla Striscia, dove il ministero della Sanità guidato da Hamas ha affermato che quasi 200 persone sono state uccise da quando è stata rotta la tregua, 24 ore fa. "Quello che stiamo facendo ora è colpire obiettivi militari di Hamas in tutta la Striscia di Gaza", ha detto ai giornalisti il portavoce delle forze di difesa israeliane, Jonathan Conricus. Con la ripresa delle ostilità, il braccio armato di Hamas ha ricevuto "l'ordine di riprendere i combattimenti" e di "difendere la Striscia di Gaza", secondo una fonte vicina al gruppo che ha chiesto di restare anonima. Leader internazionali e gruppi umanitari hanno condannato la ripresa delle ostilità. Gli Stati Uniti hanno affermato che stanno lavorando con i partner regionali per raggiungere un altro cessate il fuoco. "Continueremo a lavorare con Israele, Egitto e Qatar per ripristinare una tregua", ha detto ai giornalisti in California il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin.

Israele, "colpiti oltre 400 obiettivi dalla fine della pausa"

L'esercito israeliano ha affermato oggi di aver attaccato più di 400 "obiettivi terroristici" nella Striscia di Gaza dalla fine della pausa nei combattimenti con Hamas. Sono state coinvolte forze aeree, navali e di terra, si precisa, aggiungendo che gli aerei da combattimento hanno colpito "più di 50 obiettivi in un vasto attacco nell'area di Khan Yunis" nel sud del territorio.

Hamas, è di 240 morti il bilancio da fine tregua

Il governo di Hamas nella Striscia di Gaza ha affermato oggi che 240 persone sono state uccise nel territorio palestinese da quando è terminata la pausa nei combattimenti. Altre 650 persone sono rimaste ferite in "centinaia di attacchi aerei, bombardamenti di artiglieria e
della marina, ovunque nella Striscia di Gaza", si legge in una nota, aggiungendo che le forze israeliane hanno "preso di mira in particolare Khan Yunis, dove decine di case sono state distrutte".

Unicef, prima della tregua c'erano già più di 5300 bimbi uccisi

Prima della pausa dai combattimenti più di 5.300 bambini palestinesi sono stati uccisi in 48 giorni di bombardamenti incessanti a Gaza, un dato che non include molti bambini ancora dispersi e presumibilmente sepolti sotto le macerie. A dirlo è l'Unicef che aggiunge: "i bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco umanitario duraturo. Tutti i bambini dello Stato di Palestina e di Israele meritano la pace. Se la violenza dovesse tornare su questa intensità, possiamo presumere che altre centinaia di bambini saranno uccisi e feriti ogni giorno. La Striscia di Gaza è di nuovo, da ieri,  il luogo più pericoloso al mondo per essere un bambino". "Per sette giorni - spiega la direttrice generale dell'Unicef Catherine Russell  c'è stato un barlume di speranza per i bambini in mezzo a questo orribile incubo. Più di 30 bambini tenuti in ostaggio a Gaza sono stati liberati e riuniti alle loro famiglie. La pausa umanitaria ha
permesso di aumentare le consegne di aiuti di prima necessità a Gaza e in tutta la regione. L'Unicef e i suoi partner hanno potuto incrementare in modo significativo le operazioni e i programmi. E abbiamo potuto iniziare a riunire i bambini separati con le loro famiglie.
Ciò non è stato sufficiente per soddisfare l'entità dei bisogni umanitari, ma è stato un inizio. Ora abbiamo bisogno di un accesso più sicuro e prevedibile per raggiungere i bambini feriti, sfollati e traumatizzati.   E dobbiamo far arrivare gli aiuti ai bambini che sono vulnerabili al clima freddo e umido che è arrivato. I bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco umanitario duraturo. Chiediamo a tutte le parti di garantire che i bambini siano protetti e assistiti, in conformità con gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario. Tutti i bambini dello Stato di Palestina e di Israele - conclude Russell - meritano la pace e la speranza di un futuro migliore".

 

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