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Muore a a 98 anni Jacques Delors: è stato il "padre dell'euro"

Fu il presidente della Commissione europea per tre mandati consecutivi, caso finora unico. Sotto la sua guida venne istituito il mercato unico

«Non ho rimpianti», ma «non dico che avevo ragione». Jacques Delors, ex presidente della Commissione europea, tra i padri dell’Euro e del mercato unico, morto oggi all’età di 98 anni, lasciò questa sorta di testamento politico in un’intervista a Le Point nel 2021. Nato a Parigi nel 1925 in un ambiente cattolico, Delors ricoprì la carica di ministro dell’Economia sotto il presidente François Mitterrand (1981-1984) prima di approdare a Bruxelles segnando un’epoca unica nel Vecchio continente. Qui rimase a capo della Commissione dal 1985 al 1995, svolgendo tre mandati consecutivi (caso unico finora) durante i quali venne istituito il mercato unico, riformata la politica agricola comune e furono firmati l’Atto unico europeo, gli accordi di Schengen e soprattutto il Trattato di Maastricht, che istituì l’Unione europea, mettendo in cantiere l’unione economica e monetaria che porterà alla creazione dell’Euro.

La sua attività politica trae ispirazione dal sindacalismo intriso di cattolicesimo sociale, per poi approdare al Partito socialista. Fondatore del gruppo di discussione e della rivista Citoyens 60, Delors collaborò anche con riviste di estrema sinistra in un percorso intellettuale che lo portò dal gollismo sociale del primo ministro Jacques Chaban-Delmas fino al socialismo di François Mitterrand. Alla fine riassunse il suo pensiero in una frase: «Sono un socialdemocratico».

Nel 1994 deluse le speranze della sinistra francese rifiutando di candidarsi alle presidenziali del 1995 nonostante fosse il grande favorito nei sondaggi: una rinuncia spettacolare annunciata in tv davanti a 13 milioni di spettatori. Sposato nel 1948 con una collega che condivideva le sue convinzioni sindacali e religiose, Marie Lephaille, poi morta nel 2020, Jacques Delors ebbe due figli: Martine Aubry, nata nel 1950, e Jean-Paul, nato nel 1953 e morto di leucemia nel 1982. Ad annunciare la morte del papà è stata proprio la figlia, sindaca socialista di Lille, precisando che si è spento «nella sua casa di Parigi, nel sonno». Nel marzo del 2020 Delors era tornato nuovamente alla ribalta invitando i capi di Stato e di governo dell’Unione europea ad una maggiore solidarietà a livello globale, in un momento cruciale per i 27 che si trovavano alle prese con la ricerca di una risposta comune di fronte alla pandemia di Covid-19. Con i suoi think-tank, 'Club testimonè o 'Notre Europè (divenuto poi 'Istituto Jacques-Delors' con sedi a Parigi, Bruxelles e Berlino), ha perorato un rafforzamento del federalismo europeo, reclamando più «audacia» di fronte alla Brexit e agli attacchi dei populisti.

Il presidente francese Emmanuel Macron lo ha ricordato in un tweet come un «uomo di Stato del destino francese» un «artigiano inesauribile della nostra Europa», omaggiandone il lavoro e la memoria. Per la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è stato «un visionario che ha reso la nostra Europa più forte».

«Con la scomparsa di Jacques Delors viene a mancare una personalità che ha segnato, sulla base di valori cristiani, il percorso di rafforzamento dell’Europa», ha twittato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Mentre Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors, lo ha salutato così: «L'Europa moderna perde oggi il suo padre fondatore. Ne piangiamo la scomparsa, ci inchiniamo davanti alla sua forza e autorità morale, porteremo avanti con ancora maggior impegno le sue idee».

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