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Trump prepara i ricorsi, riflettori sulla Corte Suprema. E attacca Biden: non posso credere che vincerà nomination

Joe Biden è un «imbroglione» e un «mascalzone» ma «nel corso della sua vita è sempre riuscito a convincere gli altri di essere di essere un bravo ragazzo». E' l'ultimo attacco di Donald Trump. In un’intervista a Breibart, l'ex presidente dice di «non poter credere» che Biden conquisterà al nomination democratica alla Casa Bianca vista la sua età. «Se lo si paragona a 15 o 20 anni fa non è più la stessa persona. Non può parlare, non riesce a mettere due frasi insieme. Non posso credere che conquisterà la nomination», osserva Trump.

Intanto, Trump affila le armi e prepara i ricorsi contro le decisioni di squalificarlo dalle primarie repubblicane del 2024. L’ex presidente si rivolgerà alla Corte Suprema per la bocciatura del Colorado e ai tribunali statali per quella del Maine. Mosse destinate a puntare i riflettori sull'alta Corte americana, sulla quale sale la pressione per decidere rapidamente in modo che ci siano certezze per il Super Tuesday del 5 marzo. Le decisioni del Colorado e del Maine continuano ad animare il dibattito politico. Molti ritengono corretta la squalifica in base alla Section 3 del 14 emendamento, altri invece ritengono che la rimozione di Trump dalle primarie sia solo un favore all’ex presidente, consentendogli di giocare il suo 'ruolo preferitò di vittima e martire. Il rischio - secondo i critici - è anche quello di erodere la fiducia nelle elezioni americane, scoraggiando gli elettori che vedono strapparsi il loro diritto di scegliere fra i candidati. La segretaria del Maine Shenna Bellows che ha squalificato Trump difende a spada tratta la sua decisione che, assicura, non è stata influenzata dalla sua appartenenza politica (democratica). «La mia sola considerazione è stata la costituzione e la legge», ripete con i media americani. Bellows ammette di aver ricevuto molte minacce da quando ha preso quella decisione: «La mia sicurezza è importante così come lo è quella di coloro che lavorano con me e che hanno ricevuto messaggi di minacce».

Per l’ex presidente la squalifica del Maine - che ha quattro voti elettorali - ha un peso significativo e potrebbe essere, in caso di una battaglia testa a testa per il 2024, decisiva. L’ex presidente ha infatti perso in Colorado nel 2020 mentre ha vinto in Maine. La Corte Suprema non ha mai esaminato nel merito la Section 3 del 14mo emendamento, oscura norma del 1868 che vieta ai funzionari pubblici che hanno giurato di sostenere la costituzione di ricoprire futuri incarichi se coinvolti in una "insurrezione» o «rivolta» contro la costituzione stessa. Per il Colorado e il Maine, Trump con il suo ruolo nell’assalto a capitol Hill del 6 gennaio è stato coinvolto in una 'insurrezione' e per questo non può essere incluso nelle primarie presidenziali. Ai saggi spetta quindi decidere se Trump è eleggibile o meno, e farlo in tempi possibilmente brevi. I repubblicani del Colorado che hanno chiesto alla Corte Suprema di capovolgere la decisione dello Stato hanno spiegato che sarebbe opportuno fare chiarezza entro l’11 febbraio, il giorno precedente alla spedizione via posta delle schede elettorali. I collaboratori di Trump sono convinti che l’alta Corte a maggioranza conservatrice si pronuncerà a favore dell’ex presidente. Il tycoon - secondo indiscrezioni - teme invece che per non apparire troppo politicizzati i tre saggi da lui nominati (Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh e Amie Comey Barrett) gli voteranno contro, infliggendo un colpo mortale alla sua campagna elettorale.

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