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Il leader nordcoreano Kim Jong-un: la guerra con Seul può scoppiare in qualsiasi momento. Cercare riunificazione con Sud è un errore

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha lanciato nuove minacce di un attacco nucleare contro Seul e ordinato di potenziare l’arsenale militare di Pyongyang per prepararsi a una guerra che potrebbe «scoppiare in qualsiasi momento» nella penisola coreana, hanno riferito oggi i media statali. Kim ha criticato duramente gli Stati Uniti durante un lungo discorso al termine dei cinque giorni di incontri di fine anno del partito che hanno fissato le decisioni di politica militare ed economica del suo Paese per il 2024. Il summit ha annunciato piani per un ulteriore sviluppo militare nel prossimo anno, secondo l’agenzia ufficiale di stampa nordcoreana Kcna.

Kim ha accusato gli Usa di rappresentare «vari tipi di minaccia militare» e ha ordinato alle sue forze armate di mantenere «una schiacciante capacità di risposta» a un eventuale conflitto. È un «fatto compiuto che una guerra possa scoppiare in qualsiasi momento nella penisola coreana a causa delle mosse sconsiderate dei nemici per invaderci», ha detto il leader nordcoreano. «Dobbiamo rispondere rapidamente a una possibile crisi nucleare e continuare ad accelerare i preparativi per pacificare l’intero territorio della Corea del Sud mobilitando tutti i mezzi e le forze fisiche, compresa quella nucleare, in caso di emergenza», ha affermato Kim.

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha dichiarato che non cercherà più la riconciliazione e la riunificazione con la Corea del Sud, hanno riferito oggi i media statali di Pyongyang. «Credo che sia un errore che non dovremmo più fare il considerare le persone che ci dichiarano come il 'principale nemico' come qualcuno con cui cercare la riconciliazione e l'unificazione», ha detto Kim all’agenzia di stampa ufficiale Kcna.

Il leader nordcoreano ha parlato di «una situazione di crisi incontrollabile e persistente» nella penisola, affermando che è stata innescata da Seul e Washington. Kim ha quindi annunciato di aver ordinato l’elaborazione di misure per la riorganizzazione dei dipartimenti che si occupano degli affari transfrontalieri, per «cambiare radicalmente la direzione».

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