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Nessuna traccia di due barche, 70 migranti dispersi. Molti sono giovanissimi partiti da Tunisia e Libia

As weather conditions in the Mediterranean Sea rapidly deteriorated about 50 nautical miles from the Libyan shoreline, the Sea-Watch 4 this morning concluded its third rescue in less than 48 hours. Almost 100 people were drifting in a flimsy rubber boat between the Sabratah and Farwah oil fields. In the night, the passengers of the boat had called and informed AlarmPhone about their distress and position. After AlarmPhone had informed the responsible authorities, the standby oil field vessel VOS Triton spotted the boat in the early morning hours. The fast rescue boat Louise Michel arrived on scene soon after and stabilised the situation, providing the passengers with life vests and closely observing the boat's condition, until the arrival of the Sea-Watch 4. With the first light of the day the Sea-Watch and MSF crew then started the evacuation of the rubber boat, which was complicated by a heavy 2 meter swell. Nonetheless, all people were safely transferred to the Sea-Watch 4. The majority of the rescued people were weak and disoriented, smelling strongly of gasoline and exhibiting symptoms of fuel inhalation. Upon preliminary assessment by MSF medics, emergency showers were provided for almost everyone, and the team will continue to monitor for fuel burns and effects of intoxication from exposure to gasoline fumes. The majority of those rescued this morning are in poor condition, suffering from seasickness and dehydration, and report not having had food or water for an extended period. At least 30 people were suffering from hypothermia. Had it not been for this coordinated action of non-state actors, the people on board this rubber raft would most likely never have reached land again.ANSA/ Chris Grodotzki / Sea-Watch.org+++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Un barcone sparito davanti alla Tunisia, un altro disperso chissà dove e salpato dalla Libia, una settantina tra uomini, donne e bambini molto probabilmente risucchiati in fondo al Mediterraneo assieme ai corpi di altre migliaia di disperati che prima di loro avevano tentato di raggiungere l’Europa.

La prima, doppia, tragedia del 2024 sulla rotta della morte - secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) nel Mediterraneo centrale sono morti 974 migranti mentre altri 1.372 sono stati dichiarati dispersi nel 2023, anno record per gli arrivi con un incremento del 49% proprio su questa rotta stando ai numeri di Frontex - si sarebbe compiuta nel tratto di mare davanti a Tunisia e Libia.

Al momento, non c'è traccia né di corpi né di superstiti ma che entrambe le imbarcazioni si siano inabissate è, purtroppo, molto probabile. Il primo dei due barchini era partito nella notte tra il 10 e l'11 gennaio da Sfax, in Tunisia, con a bordo, secondo la direzione della Guardia nazionale di Tunisi, 37 giovani tra i 14 e i 30 anni. Di loro, però, non c'è più traccia da 6 giorni: i familiari hanno infatti lanciato l’allarme dopo aver perso tutti i contatti con chi era sulla barca.

Le ricerche della Guardia Costiera di Sfax, dicono ancora le autorità tunisine, in coordinamento con la Marina militare, si concentrano nel tratto di mare tra la stessa cittadina di Sfax e Mahdia. Sono invece 4 giorni che non ci sono più notizie di un altro barchino, questa volta partito molto probabilmente dalla Libia, e avvistato per l’ultima volta il 12 gennaio scorso da un aereo di Frontex in area Sar maltese.

«Dove sono? - scriveva su X il giorno dopo Alarm Phone - Ieri mattina abbiamo perso i contatti con un’imbarcazione in pericolo che trasportava dalle 36 alle 45 persone in viaggio verso Lampedusa. Le autorità sono state allertate ma non forniscono informazioni e finora non abbiamo notizie del loro arrivo sull'isola italiana».

Due giorni dopo la stessa Ong ribadiva di non avere più notizie: «Frontex e la Guardia Costiera Italiana hanno cercato invano l’imbarcazione. Parenti preoccupati ci chiamano e hanno urgentemente bisogno di risposte».

Le ricerche sono tuttora in corso, conferma la Guardia Costiera, portate avanti «in modo continuativo» con "l'impiego di mezzi navali della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza, ma anche di mezzi aerei Frontex e assetti maltesi».

E continua ad essere trasmesso a tutte le navi in transito nella zona il messaggio satellitare di allerta. Purtroppo però, ammettono le autorità italiane, al momento «non è stato individuato il barchino segnalato, né ulteriori elementi in mare riconducibili al natante o ai suoi occupanti».

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