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Sì di Hamas all'intesa sugli ostaggi: "Ma serve il cessate il fuoco". Israele: "Non ci fermiamo"

Hamas insiste nella sua richiesta "di un cessate il fuoco totale e comprensivo» e sulla «fine dell’aggressione». Lo ha fatto sapere la fazione islamica su Telegram confermando di aver inoltrato al Qatar e all’Egitto la sua risposta alla mediazione di Parigi, «affrontata con spirito positivo».

Hamas ha anche chiesto «la garanzia di soccorso, riparo e riabilitazione, la fine dell’assedio alla Striscia di Gaza e il completamento di uno scambio di prigionieri». «Affermiamo che noi nel movimento Hamas e con tutte le forze e fazioni nazionali - ha proseguito - stiamo continuando a difendere il nostro popolo, sulla strada per porre fine all’occupazione e realizzare i loro legittimi diritti nazionali alla loro terra e ai luoghi santi».

Israele, Hamas chiede l'impossibile, non ci fermiamo

«La risposta di Hamas è negativa nella sostanza». Lo ha detto una fonte politica israeliana citata dalla tv Canale 12. Fonti autorevoli in Israele citate da Ynet hanno sostenuto che «Hamas ha detto sì al quadro dell’accordo ma ha posto condizioni impossibili. Non cesseremo i combattimenti».

Nyt: 32 ostaggi ancora in mano ad Hamas sono morti

Almeno 32 ostaggi israeliani - un quinto dei 136 rapiti ancora nelle mani di Hamas - sono morti. Lo riferisce il New York Times che ha visionato una valutazione interna dell’esercito israeliano. Le famiglie dei 32 ostaggi, la cui morte è stata confermata, sono state informate, hanno detto quattro ufficiali militari al Nyt, aggiungendo che si stanno verificando notizie di intelligence secondo cui almeno altri 20 ostaggi sono stati uccisi. La cifra di 32 ostaggi morti è più alta di quanto finora affermato pubblicamente delle autorità israeliane. L’Idf ha dichiarato al Nyt che la maggior parte è stata uccisa il 7 ottobre.

 

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