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Spagna sotto choc. Due gendarmi speronati e uccisi da un motoscafo dei narcos

Alla guerra con le armi spuntate. La Spagna è sotto shock per lo speronamento di un gommone della guardia civile da parte di un potente motoscafo dei narcos che ha provocato la morte di due agenti e il ferimento di altri due la notte scorsa nel porto di Barbate, a Cadice. Drammatiche le immagini dell’inseguimento in un video rilanciato sui social: sei narco-lance entrano in rada per cercare riparo dalla burrasca Karlota e incrociano il fragile Zodiac monomotore, con a bordo sei guardie civili inviate per l’identificazione. Alcune motolance si disperdono, mentre un superscafo di 14 metri, fra le urla di incitamento di alcuni testimoni dal molo, punta a tutta velocità contro l’imbarcazione delle forze dell’ordine e, dopo un impatto frontale, prima vola letteralmente sul gommone, poi ci ritorna sopra e infine si dà alla fuga. Le vittime dei gruppi speciali dei sub e di azione rapida della guardia civile avevano 43 e 39 anni e lasciano orfani tre bambini. Dei due agenti feriti, uno ha avuto un braccio amputato dall’elica della narco-lancia.

«E' stato un assassinio in piena regola, premeditato», ha dichiarato il comandante provinciale. Gli arresti di otto pregiudicati per narcotraffico, accusati di aver fatto parte dell’equipaggio omicida, non sono bastati a contenere la «rabbia e l’indignazione» espresse da varie associazioni della guardia civile, che in una nota congiunta reclamano «misure immediate e vigorose oppure le dimissioni del ministro degli Interni», Fernando Grande-Marlaska. Giunto a Cadice, il ministro ha promesso «impunità zero» contro i narcos, e più mezzi e uomini per la lotta alle «organizzazioni criminali e assassine», mentre montano le polemiche politiche e investono l’intero governo. Immediati i messaggi di «profondo cordoglio» del premier Sanchez e dei monarchi Felipe VI e Letizia, con il riconoscimento del «grande lavoro» svolto dalle forze di sicurezza contro il narcotraffico. «Una lotta impari», per il procuratore capo di Cadice, Angel Nunez, che ha denunciato "l'assoluta inferiorità» delle forze dell’ordine e della polizia giudiziaria nella lotta ai narcotrafficanti. Che, peraltro, «a causa del collo di bottiglia nei tribunali per un sistema processuale del XIX secolo, con processi eterni», nonostante gli arresti «ritornano in libertà». I sindacati della guardia civile da parte loro puntano il dito contro «l'intervento suicida» di chi ha dato l’ordine di inseguire i narcos con un gommone nel pieno della tempesta, «sapendo che non era la prima volta che le narco-lance hanno investito motovedette pattuglia». Negli inseguimenti continui nel vicino Stretto di Gibilterra, a un pugno di km dal Marocco, dal 2016 almeno 12 persone sono morte, per la maggior parte equipaggi di trafficanti. Barbate negli ultimi anni è diventata una delle principali porte di accesso della droga in Europa, assieme ai porti del nord di Aversa e Rotterdam, come segnala l’ultimo rapporto dell’Undoc, l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine. Soprattutto dopo che i vicini Campo di Gibilterra e il porto di Algesiras sono diventati meno accessibile ai narcos, a seguito della dichiarazione di 'Zona di speciale singolarità', nel 2018 da parte del governo di Madrid, che ha mobilitato importanti risorse nella battaglia contro il narcotraffico. In Spagna arriva non solo l’hashish proveniente dalle sponde marocchine sui potenti motoscafi, capaci di volare a 70 nodi l'ora a fronte dei 30 nodi dei mezzi delle forze di sicurezza, e che coprono lo Stretto di Gibilterra in pochi minuti con una spola continua. Ma anche un fiume di cocaina proveniente dal centro e sud America. Il governo dell’Andalusia, a guida Pp-Vox, chiede che anche la zona di Cadice sia dichiarata 'Zona di speciale singolarità'. Mentre il leader dei popolari all’opposizione, Alberto Nunez Feijoo, si è unito al coro di voci che esigono «responsabilità ai massimi livelli».

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