L’ex premier olandese Dries van Agt e sua moglie Eugenie van Agt-Krekelberg, entrambi 93enni, sono morti insieme facendo ricorso all’eutanasia di coppia. Ad annunciarlo è stata l’associazione The Rights Forum, fondata dall’ex premier, precisando che i due erano gravemente malati e sono morti «insieme, mano nella mano». L’eutanasia e il suicidio assistito, in cui la persona che ne fa richiesta si auto-somministra un farmaco letale, sono legali nei Paesi Bassi dal 2002. Un’opzione scelta da 8.720 persone nel 2022, pari al 5,1% di tutti i decessi registrati in Olanda due anni fa. Tuttavia l’eutanasia di coppia, ovvero la volontà di morire insieme, è rara, seppur in crescita.
La statistica ha censito per la prima volta 13 coppie nel 2020, un dato salito a 29 - quindi 58 persone - nel 2022, quindi meno dell’un per cento del totale. La richiesta delle due persone viene analizzata separatamente da due specialisti indipendenti, in cui entrambe devono rispondere a criteri per cui una sofferenza è insostenibile senza prospettive di miglioramento e un desiderio costante di morire. E’ così che se ne sono andati l’ex primo ministro, all’anagrafe Andreas Antonius Maria van Agt (detto Dries) e la moglie: pur essendo cattolici, hanno preferito la «dolce morte» a una lenta agonia.
The Rights Forum, ong con base ad Amsterdam che si occupa di diritti umani, ha aggiunto che la morte risale al 5 febbraio e che la coppia è già stata sepolta con una cerimonia privata nella città di Nijmegen. «E' morto mano nella mano con la sua amata moglie, il sostegno e l’ancora con cui è stato per più di 70 anni e che ha sempre continuato a chiamare 'la mia ragazzà», ha scritto l’ong nel comunicato che dà il triste annuncio.
A piangerlo è anche la casa reale olandese: «Van Agt si è assunto importanti responsabilità in un periodo turbolento ed è riuscito a ispirare molti con la sua personalità sorprendente e il suo stile unico», ha fatto scrivere re Guglielmo. In effetti Van Agt era noto per il suo linguaggio ricercato e le citazioni sempre coltissime. L’attuale premier olandese Mark Rutte gli ha dedicato un pensiero: «Con il suo linguaggio fiorito e unico, le sue convinzioni chiare dalla presentazione sempre sorprendente, ha dato colore e sostanza alla politica olandese in un momento di polarizzazione e rinnovamento del partito». Van Agt ha governato coi liberali di destra fra il 1977 e il 1981.
All’epoca fu proprio lui ad ideare la politica di tolleranza alla cannabis tuttora in vigore che tanto ha caratterizzato i Paesi Bassi. Fu nuovamente premier per un anno in coalizione con il partito laburista e i democratici centristi. Dopo aver visitato Israele nel 1999, iniziò ad esprimere apertamente il suo sostegno ai palestinesi definendo quel viaggio in Medio Oriente una sorta di «conversione». Poi, nel 2009, fondò The Rights Forum, per sostenere appunto una «politica olandese ed europea giusta e sostenibile riguardo alla questione Palestina/Israele».
Di formazione ideologica cristiano-democratica, si era dimesso dal suo partito nel 2017, culmine di un percorso che lo aveva visto su posizioni sempre più progressiste, maturate dopo aver lasciato la politica istituzionale. Il suo sostegno alla causa palestinese aveva infatti portato a divergenze insanabili. Nel 2019, Van Agt aveva avuto un’emorragia cerebrale mentre teneva un discorso a un evento di sostegno alla causa palestinese e da quel momento non si è mai più ripreso del tutto.
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