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L'America torna sulla Luna dopo 52 anni: è allunato Odysseus, il primo lander di un'azienda privata

Qualcuno l’ha definito «un grande passo dei privati», parafrasando la frase pronunciata da Neil Arnstrong nello sbarco sulla Luna del 20 luglio 1969, e sicuramente l’arrivo sul suolo lunare del primo veicolo costruito da un’azienda privata è un evento storico, simbolo della nuova corsa alla Luna che guarda all’esplorazione e alla scienza, ma anche alla Lunar Space Economy. A conquistare il primato è stato Odysseus, il lander costruito dall’azienda texana Intuitive Machine, che è anche il primo veicolo americano a tornare sulla Luna a 52 anni dall’ultima missione del programma Apollo.

Era dall’11 dicembre 1972 che un veicolo costruito negli Stati Uniti non si posava sul suolo lunare. Lanciato il 15 febbraio scorso, Odysseus è entrato nell’orbita lunare il 21 febbraio, dopo aver percorso un milione di chilometri senza dare problemi. E’ andata secondo i programmi anche la fase delicata della discesa, alla quale però hanno fatto seguito 15 minuti interminabili perché dal veicolo non arrivava nessun segnale.

Più stazioni di ricezione a Terra hanno fatto una staffetta nella speranza di catturare il segnale. Volti tesi nel centro di controllo della missione Im-1, ma alla fine il segnale dell’antenna principale di Odysseus è arrivato a Terra, anche se molto debole.

E’ stato però sufficiente a far tirare un sospiro di sollievo e a scatenare un applauso sempre più forte e convinto. «Possiamo confermare senza dubbio che il nostro veicolo è sulla superficie della Luna e che stiamo trasmettendo», ha detto il direttore di volo Tim Crain non appena è stato ricevuto il segnale. Adesso si attendono aggiornamenti sulle condizioni del lander.

Quello di Odysseus, è il primo successo di una missione privata dopo i fallimenti del lander Peregrine dell’azienda americana Astrobotic nello scorso gennaio e quelli dei lander da Hakuto-R M1 della giapponese ispace nel 2023 e di Beresheet, dell’azienda israeliana SpaceIL nel 2019.

Sono invece quattro i Paesi che hanno fatto posare un loro veicolo sulla Luna: dopo gli Stati Uniti sono riusciti ad allunare Russia, Cina, India e Giappone. L’allunaggio dei privati si annuncia anche come il primo di una serie perché il lander Odysseus appartiene alla classe Nova-C della Intuitive Machine, della quale fanno già parte altri veicoli che l’azienda si prepara a lanciare. Anche la Astrobotic ha ormai un parco di veicoli per partecipare alla nuova corsa alla Luna.

«Odysseus ha una nuova casa», ha scritto su X la Intuitive Machine, riferendosi al sito di allunaggio del suo lander, vicino al cratere Malapert A, a circa 300 chilometri dal polo Sud lunare. Questo cratere, dal diametro di circa 69 chilometri, è vicino al massiccio di Malapert, uno dei 13 siti considerati per la missione Artemis III della Nasa.

Come era accaduto per il lander Peregrine della Astrobotic, anche Odysseus è finanziato in parte dal programma varato nel 2018 dalla Nasa per i voli commerciali, il Commercial Lunar Payload Services e, come l’altra missione, ha a bordo sei strumenti della Nasa che dovranno raccogliere dati utili alla pianificazione delle future missioni del programma Artemis, destinato e portare nuovamente degli astronauti sulla Luna.

Rosler, per esempio, ha il compito di misurare le radiazioni cosmiche, che sulla Luna non non sono schermate perché non c'è atmosfera, mentre Lra, Lra II e Ndl sono progettati per aiutare i veicoli spaziali a determinare la propria posizione, per esempio in vista dei futuri allunaggi; l’obiettivo di Rfmg è misurare i livelli del propellente, mentre Ln-1 è una sorta di faro per i veicoli in arrivo o in partenza dalla Luna.

Sono sei anche i carichi commerciali portati a bordo del lander da aziende, dal materiale per la protezione termica sviluppato dalla Columbia al dimostratore tecnologico della Lonestar Data Holdings per archiviare e trasmettere dati da e verso la Luna e Lunaprise, una sorta di enciclopedia della conoscenza umana raccolta dai Galactic Legacy Labs. A bordo anche 125 sculture in miniatura di Jeff Koons.

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