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Macron: "Pronti a rispondere a un'escalation della Russia". A breve vertice Germania e Polonia. Il Cremlino: "Sogni folli e paranoici"

Macron vede Putin, prove di dialogo alla vigilia del G7

Emmanuel Macron rivendica le sue parole e, anzi, insiste e le rafforza: «Noi abbiamo un obiettivo: la Russia non può e non deve vincere», ha affermato il presidente francese in un’intervista a telegiornali unificati, programmata per chiarire le sue dichiarazioni di 10 giorni fa sull'invio di truppe in Ucraina. «Lei ha parlato di inviare truppe», gli ha chiesto uno dei due intervistatori. «Non siamo sicuri di farlo - ha risposto -, non siamo attualmente in questa situazione, ma per il momento non escludiamo l’opzione».

«Rivendico di aver evocato questa possibilità - ha continuato -, abbiamo messo troppi limiti al nostro vocabolario. Non siamo in un’escalation. Non siamo in guerra contro la Russia, ma non dobbiamo lasciarla vincere».

Immediata la prima reazione da Roma, con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che - al contrario - ha «escluso" l'invio di truppe in Ucraina. «Perché noi vogliamo la pace - ha spiegato -, vogliamo che ci sia una trattativa, ma non vogliamo fare la guerra alla Russia. Lo ha ribadito anche il mio collega della Difesa, non ci pensiamo neanche a mandare le truppe a combattere», quello che fa l’Italia è «aiutare l’Ucraina a difendersi».

L’intervento in diretta tv di Macron è stato programmato al termine del primo dibattito fra i capilista delle elezioni europee in Francia. Un dibattito che è stato in tono minore, in un orario pomeridiano e su un’emittente - Public Sénat - sulla cui popolarità ha ironizzato il portabandiera dell’estrema destra di Marine Le Pen, Jordan Bardella, rifiutando di essere presente e inviando l’eurodeputato Thierry Mariani, ritenuto fra i più «filorussi» e «filoputiniani» del partito. A molti osservatori e analisti in Francia, l’iniziativa di Macron è apparsa come l’ingresso ufficiale in campagna elettorale del presidente. I sondaggi vedono staccato il campo della maggioranza macroniana di dieci punti rispetto all’avvantaggiatissimo Rassemblement National di Le Pen e Bardella. «Se la Russia vincerà, la vita dei francesi cambierà», ha ripetuto Macron, aggiungendo che «la sicurezza della Francia si gioca in Ucraina». Che l’Eliseo e il Cremlino siano ai ferri corti e con relazioni quasi inesistenti è apparso evidente: «La Russia è un avversario. Il regime del Cremlino è nostro avversario», ha detto Macron, aggiungendo tuttavia che «non siamo in guerra contro la Russia. Noi siamo pronti a rispondere a una possibile loro escalation». «Faremo il necessario per raggiungere il nostro obiettivo, la Russia non deve e non può vincere la guerra». Se ciò accadesse, ha proseguito, «non avremmo più alcuna sicurezza in Europa. La credibilità dell’Europa sarebbe ridotta a zero. Quale sarebbe la sicurezza degli europei?». Con Vladimir Putin, a più riprese suo interlocutore all’inizio della guerra, i rapporti sono ormai inesistenti: Non lo sento da diversi mesi. Gli ho parlato ogni volta che è stato necessario». Gli rimprovera una «deriva personale», ma soprattutto il fatto di aver «pronunciato minacce», il che «non è appropriato se si ha l’arma nucleare». Su questo piano, la Francia «deve sentirsi protetta": «Noi siamo una forza nucleare. Siamo pronti, abbiamo una dottrina» ma non daremo mai vita a «un’escalation». Infine, parole nette e durissime per chi vuole limitare il sostegno all’Ucraina: "Volere la pace non significa scegliere la sconfitta, ma essere credibili, essere forti e pronti».

Intanto cancelliere tedesco, Olaf Scholz, riceverà a Berlino proprio Macron, dopo che le tensioni tra i due leader sulle divergenze su come sostenere l’Ucraina. Dopo un incontro in cancelleria, saranno raggiunti dal primo ministro polacco, Donald Tusk, per consultazioni urgenti su un ulteriore sostegno militare europeo a Kiev.

Un massiccio pacchetto di aiuti statunitensi da 60 miliardi di dollari (55 miliardi di euro) è ancora bloccato al Congresso dai repubblicani, e il presidente Usa, Joe Biden, ha riconosciuto che 300 milioni di dollari di sostegno temporaneo annunciati martedì «non sono neanche lontanamente sufficienti». Spetta a Parigi, Berlino e Varsavia «mobilitare tutta l’Europa» per fornire all’Ucraina nuovi aiuti, ha detto Tusk. Ma le divergenze latenti latenti tra Macron e Scholz minacciano di minare la cooperazione tra gli alleati.

I partner europei della Germania non hanno digerito il rifiuto di Scholz di fornire i suoi missili Taurus a lungo raggio all’Ucraina, nonostante le richieste urgenti da Kiev. La cancelliera, d’altro canto, ha reagito con rabbia al rifiuto di Macron di escludere l’invio di truppe in Ucraina e ai suoi commenti che invitano gli alleati a non essere «codardi».

Dopo le parole di Macron Sergei Naryshkin, capo dei servizi segreti esteri russi, ha definito «sogni folli e paranoici» le dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron sulla possibilità di inviare soldati dei paesi Nato in Ucraina. Lo riporta il Guardian.

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