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Sei mesi di sangue: lo spaventoso bilancio umano della guerra di Gaza. Israele ritira le truppe di terra dal sud della Striscia

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato, in un discorso alla nazione, che Israele è a un passo dalla vittoria nella guerra di Gaza e ha promesso che non ci sarà alcun cessate il fuoco finchè Hamas non avrà liberato tutti gli ostaggi

L’esercito israeliano ha annunciato di aver ritirato tutte le truppe di terra combattenti dal sud della Striscia, dopo circa 4 mesi di forti combattimenti. Lo hanno riferito i media spiegando che solo la Brigata Nahal è rimasta sul posto con il compito di tenere in sicurezza il cosiddetto 'Corridoio Netzarim' che attraversa la Striscia, lungo la costa dal confine nord, nei pressi del kibbutz Beeri, fino al sud. Il corridoio in questione consente all’esercito - secondo i media - di condurre raid nel nord e nel centro della Striscia, impedisce ai palestinesi sfollati di rientrare nel nord dell’enclave palestinese e permette alle organizzazioni umanitarie di consegnare gli aiuti direttamente nel nord di Gaza.

Netanyahu, Israele a un passo dalla vittoria a Gaza

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele è a un passo dalla vittoria nella guerra di Gaza e ha promesso che non ci sarà alcun cessate il fuoco finchè Hamas non avrà liberato tutti gli ostaggi. «Siamo a un passo dalla vittoria. Ma il prezzo che abbiamo pagato è doloroso e straziante», ha detto in un discorso in occasione dei sei mesi di guerra scoppiata il 7 ottobre. «Non ci sarà un cessate il fuoco senza il ritorno degli ostaggi. Semplicemente non accadrà», ha aggiunto. Il premier ha inoltre fatto un appello «all’unità del Paese» denunciando, in riferimento alle manifestazioni in tutta Israele contro la politica del governo, che «in queste ore una minoranza estrema e violenta sta cercando di trascinare il Paese nella divisione». E «Non c'è niente che i nostri nemici desiderino di più. Vorrebbero che la divisione interna e l’odio gratuito ci fermassero poco prima della vittoria». Netanyahu non ha risparmiato una bordata a Teheran: «Questa guerra ha rivelato al mondo ciò che Israele ha sempre saputo: l’Iran è sta dietro all’attacco contro di noi attraverso i suoi delegati. Dal 7 ottobre siamo stati attaccati su molti fronti dagli affiliati dell’Iran: Hamas, Hezbollah, gli Houthi, le milizie in Iraq e Siria». «Israele - ha concluso - è pronto, in difesa e in attacco, a qualsiasi tentativo di colpirci, da qualsiasi luogo».

Sei mesi di sangue a Gaza, i numeri della guerra

Dopo sei mesi la guerra di Gaza, la più sanguinosa di sempre, ha avuto un bilancio umano spaventoso. Almeno 33.137 persone sono state uccise nel territorio palestinese assediato nella campagna di rappresaglia di Israele per l’attacco di Hamas del 7 ottobre, secondo il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. Il raid senza precedenti di Hamas nel sud di Israele ha ucciso 1.170 israeliani e stranieri, la maggior parte dei quali civili, secondo un conteggio dell’Afp basato su dati ufficiali israeliani.
Mentre Hamas si è rifiutato di dire quanti combattenti ha perso, Israele sostiene di averne uccisi più di 12.000. Come molte delle cifre sulle vittime della guerra, anche questa è impossibile da confermare in modo indipendente.

PERDITE IN ISRAELE
L'attacco di Hamas del 7 ottobre ha causato la morte di 1.170 israeliani e stranieri, la maggior parte dei quali civili.
L'esercito israeliano ha dichiarato di aver perso circa 600 soldati dall’inizio della guerra, 260 dei quali uccisi nella stessa Gaza da quando è entrato in azione il 27 ottobre. Diciassette israeliani - soldati, coloni e civili - sono stati uccisi nelle violenze nella Cisgiordania occupata da Israele.
Otto civili e 10 soldati israeliani sono morti nel nord a causa di attacchi missilistici e di razzi di Hezbollah dal Libano, con decine di migliaia di sfollati.
Dei circa 250 ostaggi israeliani e stranieri rapiti da Hamas il 7 ottobre, 129 rimangono a Gaza, di cui 34 sono morti secondo i militari. I corpi di 12 ostaggi sono stati restituiti a Israele. L’esercito israeliano ha dichiarato che dal 7 ottobre sono stati lanciati in Israele 9.100 razzi da Gaza. Ha richiamato 300.000 riservisti, il 17% dei quali sono donne.

PERDITE PALESTINESI
La maggior parte delle 33.137 persone uccise a Gaza nella campagna di rappresaglia israeliana sono donne e bambini, secondo il ministero della Sanità del territorio.
L'esercito israeliano afferma di aver «eliminato» 12.000 combattenti nemici, tra cui cinque comandanti di brigata e 20 comandanti di battaglione.
Almeno altri 459 palestinesi sono stati uccisi nelle violenze nella Cisgiordania occupata, secondo il ministero della Sanità con sede a Ramallah. L’esercito israeliano afferma di aver «eliminato 420 terroristi» nelle sue operazioni in Cisgiordania. Israele afferma di aver colpito 32.000 obiettivi a Gaza dall’inizio della guerra.

LIBANO E SIRIA
Il fuoco israeliano da ottobre ha ucciso almeno 359 persone in Libano, per lo più combattenti di Hezbollah, mentre almeno 70 civili sono morti, secondo un conteggio dell’Afp.
Il fuoco transfrontaliero ha fatto sfollare decine di migliaia di persone nel sud del Libano. Nel totale sono inclusi anche combattenti di altri gruppi libanesi, tra cui Hamas e il movimento Amal, alleato di Hezbollah.
Almeno 23 combattenti di Hezbollah sono stati uccisi in attacchi israeliani in Siria, secondo un conteggio dell’AFP, e sette Guardie rivoluzionarie iraniane sono state uccise in un attacco a Damasco la scorsa settimana.
Israele afferma di aver colpito 1.400 obiettivi dall’aria in Libano e 3.300 con artiglieria, razzi e carri armati. I militari israeliani hanno dichiarato che 3.100 razzi sono stati lanciati oltre il confine dal Libano e 35 dalla Siria.

 

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