È giunta la vendetta promessa da Teheran per l’attacco del 1 aprile al consolato iraniano a Damasco, nel quale perirono almeno 16 persone tra cui due comandanti dei Guardiani della Rivoluzione. Nella notte oltre 200 tra droni e missili da crociera, quasi tutti intercettati dai sistemi di difesa, sono stati lanciati su obiettivi militari israeliani dalla Repubblica Islamica e dai suoi alleati regionali: gli Houthi yemeniti, le milizie sciite irachene e Hezbollah. Il «Partito di Dio» libanese ha continuato a scagliare razzi Katiuscia sulle alture del Golan fino alle prime luci dell’alba, quando in Israele era già giunto, alle quattro del mattino locali, l’invito delle autorità a lasciare i rifugi. Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, aveva assicurato di essere preparato a reagire e ha avuto una conversazione telefonica notturna con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha convocato il G7.
Tel Aviv afferma di aver abbattuto il 99% dei droni e dei missili, un successo garantito dal sostegno della contraerea di Usa, Gran Bretagna e Giordania.
GUERRA IN MEDIO ORIENTE | Droni iraniani intercettati dalle difese militari israeliane visti dalla Cisgiordania. Le esplosioni sopra la città di Hebron. #ANSA https://t.co/5dSYXqBUIC pic.twitter.com/TfszJziGuz
— Agenzia ANSA (@Agenzia_Ansa) April 13, 2024
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