Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Israele: "Ucciso responsabile di Hamas a Gaza". Colpiti obiettivi Hezbollah, s'infiamma il Libano. Netanyahu tira dritto sull'Iran, Teheran evacua le basi in Siria

La Cina spinge perchè la "Palestina diventi membro a pieno titolo dell'Onu". Wang Yi esprime pieno sostegno e chiede cessate fuoco immediato

L’esercito israeliano ha annunciato di aver ucciso «il terrorista Yussef Rafik Ahmed Shabat, responsabile del Dipartimento delle indagini interne di Hamas a Beit Hanun», nel nord della Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui «Shabat ha servito come ufficiale di sicurezza nell’intelligence militare di Hamas nel Battaglione di Beit Hanun». «La sua eliminazione - ha aggiunto - danneggia in modo significativo il dipartimento delle indagini della organizzazione terroristica». La stessa fonte ha aggiunto che in un raid è stata colpito «un veicolo in cui c'erano dieci terroristi».

Dopo i lanci di ieri dal Libano, l'esercito israeliano durante la notte ha inoltre colpito «obiettivi terroristici degli Hezbollah» nell’area di Khiam, «incluse una serie di infrastrutture del terrore e altre militari». «Inoltre - ha detto il portavoce militare - i soldati hanno sparato per rimuovere una imminente minaccia nell’area».

Intanto, sull'altro fronte, Benyamin Netanyahu va avanti per la sua strada e prepara la risposta all'attacco dell'Iran nonostante le forti pressioni internazionali contrarie, con gli Usa e il G7 che puntano sulla leva delle sanzioni contro Teheran (seppure fonti Usa sostengano che sia improbabile un attacco di Israele all’Iran prima della fine della Pasqua ebraica che comincia lunedì 22 aprile e termina il 29). "Apprezzo tutti i tipi di suggerimenti e consigli ma voglio che sia chiaro: prenderemo le nostre decisioni e lo Stato di Israele farà tutto il necessario per difendersi", ha chiarito il primo ministro dopo aver incontrato il ministro degli Esteri britannico David Cameron e la collega tedesca Annalena Baerbock, arrivati a Gerusalemme per chiedere di evitare un'escalation nella regione. Cameron ha usato un argomento che da giorni molti analisti israeliani, e anche ministri, invocano nell'invitare Netanyahu alla prudenza.

"Meglio essere intelligenti piuttosto che duri. La vera necessità - ha osservato il responsabile del Foreign Office - è tornare a concentrarsi su Hamas, sugli ostaggi, sull'arrivo degli aiuti, su una pausa nel conflitto a Gaza". Un ragionamento proposto anche dal ministro Arieh Deri del partito religioso Shas, che siede, come uditore, nel ristretto gabinetto di guerra israeliano. "Meglio non aprire più fronti" in questo momento, ha detto Deri, ricordando che "c'è una campagna non finita a Gaza e che lì ci sono ancora gli ostaggi". "Ho chiarito nei colloqui in Israele che il Medio Oriente non deve scivolare in una situazione che non ha una fine certa. Occorre la massima moderazione. Non è cedere ma evitare una guerra regionale", ha esortato anche la responsabile della diplomazia tedesca Baerbock. Ma l'altolà arrivato da Netanyahu fa intendere come la decisione sia ormai presa.

Le dichiarazioni che arrivano da Teheran non sono certo incoraggianti. "L'attacco di rappresaglia dell'Iran contro Israele - ha avvertito il presidente iraniano Ebrahim Raisi - è stata un'azione limitata e punitiva contro il regime. Se i sionisti intraprenderanno qualsiasi azione contro i nostri interessi, la risposta dell'Iran sarà molto più dura". "Consigliamo ai nemici di non commettere alcun errore strategico, perché l'Iran è pronto a colpirli, soprattutto con i caccia Sukhoi-24, i bombardieri tattici supersonici russi", ha minacciato da parte sua il comandante delle forze aeree di Teheran Hamid Vahedi, paventando un duello aereo nei cieli del Medio Oriente fra i jet di epoca sovietica e i micidiali F35 e F16 israeliani.

Intanto è lo scontro tra Israele ed Hezbollah a non subire pause: in un attacco rivendicato dai miliziani sciiti, 14 soldati e 4 civili sono stati feriti in un "centro comunitario nella cittadina di frontiera di Arab al-Aramshe". Gli Hezbollah hanno sostenuto invece di aver colpito una base militare "con droni e missili teleguidati" in risposta all'uccisione ieri di tre miliziani da parte di Israele, tra cui un comandante di brigata. Attaccata anche una base di ricognizione aerea sul Monte Meron. Lo Stato ebraico ha risposto centrando, secondo il portavoce militare, "le fonti da cui sono partiti i razzi" e poi "un complesso militare degli Hezbollah e infrastrutture del terrore a Naqura e Yarine, nel Libano del sud".

mentre il Qatar parla di "una fase difficile" e "in stallo" nelle trattative per una tregua a Gaza, il leader di Hamas Ismail Haniyeh è atteso nel fine settimana in Turchia dal presidente Erdogan, per il quale la fazione islamica "non è un'organizzazione terroristica". "E' Netanyahu che trascina la regione in guerra per restare al potere", è stata l'accusa lanciata oggi da Ankara per bocca del ministro degli Esteri Hakan Fidan.

D'altra parte la Cina sostiene la Palestina "perché diventi membro a pieno titolo delle Nazioni Unite". E' quanto ha detto oggi il ministro degli Esteri Wang Yi, nel corso della conferenza stampa congiunta con l’omologa indonesiana Retno Marsudi tenuta a Giacarta, nel giorno del voto al Palazzo di Vetro. Wang, nel resoconto della diplomazia di Pechino, ha affermato anche che "il conflitto israelo-palestinese ha provocato un disastro umanitario e che un cessate il fuoco incondizionato e un meccanismo di soccorso umanitario dovrebbero essere istituiti il prima possibile per evitare un’ulteriore escalation della situazione".

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia