Venerdì 22 Novembre 2024

L'Iran si prepara e mobilita le milizie regionali. Nyt: Khamenei ha ordinato di colpire direttamente Israele

L’Iran mobilita le forze nella regione in Libano, Siria, Iraq e Yemen per rispondere all’uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, colpito mentre si trovava in visita a Teheran in un attacco che la Repubblica islamica attribuisce a Israele. Il cosiddetto «asse della resistenza», formato dalle milizie sciite nella regione a cui Teheran fornisce armi, denaro e addestramento, di fatto circonda lo Stato ebraico ed è già coinvolto in un conflitto con Tel Aviv dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. L’ayatollah Ali Khamanei ha dato ordine all’Iran di colpire direttamente Israele in risposta all’uccisione a Teheran del leader di Hamas Ismail Haniyeh. Lo riporta il New York Times citando tre funzionari iraniani a conoscenza dell’ordine. Gli Houthi yemeniti, appartenenti a una branca dello sciismo - lo zaidismo - diversa da quella che domina l’Iran khomeinista, hanno già dimostrato di essere in grado di colpire Israele nel suo territorio con il drone del 19 luglio contro Tel Aviv che ha ucciso una persona, ferendone altre dieci, mentre da mesi si susseguono gli attacchi del gruppo yemenita sostenuto dall’Iran, oltre 60, contro le navi commerciali nel Mar Rosso e frequenti lanci di missili contro la città di Eilat nel sud dello Stato ebraico. Il confine tra Libano e Israele è già da mesi teatro di scontri, con un regolare scambio di colpi di artiglieria tra l'esercito israeliano e gli Hezbollah sostenuti dall’Iran a partire dal 7 ottobre. Una situazione resa ancora più tesa dopo il raid, rivendicato da Tel Aviv, che ha ucciso a Beirut l'importante comandante di Hezbollah, Fuad Shukr, poche ore prima che anche Haniyeh venisse ammazzato a Teheran. Queste due uccisioni «aumentano la possibilità di una risposta da parte dell’asse (della resistenza), aggiungendo l'Iran e altri attacchi proxy al menù», sostiene Assaf Orion, brigadiere israeliano in pensione e analista dell’Institute for National Security Studies di Tel Aviv. Oltre a Yemen e Libano, la galassia militare sciita sotto il controllo di Teheran è ben radicata anche in Siria e in Iraq, dove le milizie sciite hanno cominciato a raccogliersi sotto la sigla della Resistenza Islamica (Islamic Resistance in Iraq - Iri), nome emerso dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre. Pare destinato ad intensificarsi il lancio di droni e razzi contro località israeliane, come Eilat, Haifa e Hashdod, da parte delle milizie siriane e irachene, già in aumento negli ultimi mesi e quasi sempre intercettato dall’Iron Dome dello Stato ebraico. La «vendetta» promessa da Teheran si servirà dell’asse regionale anche se non sono da escludere attacchi direttamente riconducibili all’Iran, dopo che la missione all’Onu della Repubblica islamica ha affermato che la risposta per l’uccisione di Haniyeh «sarà sicuramente quella delle operazioni speciali, più dure e mirate a instillare un profondo rammarico nel responsabile». In aprile c'era già stato il primo attacco diretto dall’Iran nella storia del regime degli ayatollah contro il territorio israeliano, in reazione al raid attribuito a Israele contro l’ambasciata di Teheran a Damasco, dove erano stati uccisi militari delle Guardie della Rivoluzione e miliziani filo iraniani. Secondo molti analisti, quell'assalto avrebbe avuto lo scopo di cercare di stabilire una deterrenza, equazione che con l’uccisione di Haniyeh a Teheran sembra essere saltata.

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