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Presidenziali Usa, Musk intervista Trump: oltre 2 ore di invettive su X

Ha escluso che l’Iran possa attaccare nelle prossime ore Israele, ribadito la sua stima per il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin e aperto alla possibilità di far entrare nel suo governo Elon Musk. Donald Trump è stato il protagonista dell’attesa conversazione sulla piattaforma sociale X, ex Twitter, con il proprietario, Musk. Il tycoon ha parlato per circa due ore, senza lanciare messaggi sconvolgenti, ma scambiandosi complimenti con il padrone di casa.

L’evento, molto atteso nella rete, e che aveva suscitato anche la preoccupazione dell’Unione europea, per il rischio di diffusioni di notizie false e incitamenti alla violenza, ha registrato inizialmente problemi tecnici, che hanno mandato in tilt il collegamento e spiazzato centinaia di migliaia di utenti collegati. Il collegamento è stato lanciato con quaranta minuti di ritardo e dopo che Musk ha evocato complotti, dando la colpa a un «massiccio attacco a X» presumibilmente di hacker, il cui obiettivo, ha spiegato, era «non permettere a Trump di parlare».

Il candidato presidente repubblicano si è poi preso tutto il tempo, anche se con una voce insolitamente impastata e con una insolita «lisca» che ha generato la curiosità e l’ironia degli utenti, e ha subito annunciato che tornerà a Butler, in Pennsylvania, a ottobre, laddove il 13 luglio un ventenne sparò nel tentativo di colpirlo mentre era impegnato in un comizio.

Trump ha lanciato i messaggi di sempre: ha parlato di invasione di migranti ("Venti milioni sono entrati negli Stati Uniti, arrivati da carceri, manicomi e da tutto il mondo, dall’Africa, dall’Asia, dal Medio Oriente"), spiegato che «andare d’accordo con Xi e Putin è buona cosa», ribadito l’intenzione di abolire il dipartimento dell’educazione e lodato il presidente del Venezuela Nicolas Maduro per avere «abbattuto il crimine del 72 per cento».

Della sua avversaria, Kamala Harris, Trump ha detto che è «incompetente» e candidata di «terzo grado». Le ha contestato il fatto di avergli copiato la proposta di non tassare le mance e ricordato di come sotto di lui l’America «fosse cresciuta in modo straordinario». Il tycoon ha attaccato il sistema giudiziario definito «malato», accusato la procura di New York di averlo perseguito, poi lodato i «veicoli elettrici» prodotti da Musk con Tesla, nonostante nei comizi il tycoon si sia schierato apertamente contro la transizione ecologica e a favore delle auto a carburante.

Musk si è proposto di dare una mano nella prossima ipotetica amministrazione Trump per controllare la spesa e accertarsi che i «soldi dei contribuenti americani vengano spesi bene». L’ex presidente ha detto «mi piace», poi si è complimentato con lui per i licenziamenti in massa avviati a Twitter, ora X, dal momento del suo arrivo, nel 2022, quando Musk mandò a casa seimila dipendenti, l’equivalente dell’80 per cento dell’intera forza lavoro. «Sei il più grande tagliatore - ha detto - non voglio fare il nome della compagnia, ma loro sono entrati in sciopero e tu hai detto, va bene, andatevene tutti, andatevene tutti, sei stato davvero il più grande». Musk ha ringraziato.

 

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