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Vaiolo delle scimmie, l'epidemia di Mpox dilaga in Africa: appello per i vaccini

Mentre in Europa i casi di vaiolo delle scimmie (Mpox) sono sotto controllo, come ha ribadito oggi anche il governo spagnolo, la situazione è ben diversa in Africa, dove si stanno moltiplicando i casi dovuti al sottotipo più aggressivo del virus Mpxv, ossia il Clade I. Sono sempre più numerosi gli appelli perché in questi Paesi venga reso disponibile il vaccino, che in questo momento potrebbe aiutare a contenere l’infezione. L’attenzione è alta anche in Sudamerica, dove l’Honduras intende rafforzare la sorveglianza, e in Argentina, dove i casi diagnosticati quest’anno sono saliti a nove, attivando il protocollo di emergenza a causa di sintomi compatibili con il vaiolo delle scimmie in un membro dell’equipaggio di una nave salpata dal porto di Santos, in Brasile.

Mentre il mondo occidentale considera i vaccini una risorsa essenziale per prepararsi a un’eventuale emergenza, in Africa sono già indispensabili per evitare il peggio. «Come sappiamo, lo scarso accesso ai vaccini aggraverà ulteriormente questa crisi», rileva il direttore globale di Amref Health Africa.

Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato Mpox «un’Emergenza sanitaria pubblica di preoccupazione internazionale», per i Centri africani per la prevenzione e il controllo delle malattie è «un’emergenza sanitaria pubblica di sicurezza continentale».

La prima impennata dei casi di Mpox in Africa risale al 2022 e da allora i numeri sono andati aumentando costantemente, fino ai 37.583 segnalati (dal 2022 al 2024) in 15 Paesi del continente dai Cdc africani. La più colpita è la Repubblica Democratica del Congo, dove si concentrano ben il 96,3% dei casi. Solo nel 2024, secondo i dati dei Cdc africani aggiornati allo scorso luglio, sono stati segnalati 14.250 nuovi casi e 456 decessi, con un aumento del 160% rispetto al luglio 2023.

Accanto ai numeri, a sollevare la preoccupazione è la comparsa del nuovo sottotipo del Clade I, chiamato Clade Ib. Attualmente i focolai si stanno moltiplicando in Uganda, Kenya e Repubblica Centrafricana e rafforzare la sorveglianza è d’obbligo, sia con le misure di salute pubblica per contenere il virus sia con le attività di controllo transfrontaliero. Ma non basta: per evitare che la situazione diventi ancora più grave sono necessari i vaccini e molte organizzazioni umanitarie stanno moltiplicando gli appelli per renderli disponibili.

«Serve di nuovo ricordare che, mentre i sistemi sanitari operano a livello locale, i rischi per la salute sono globali e la sicurezza sanitaria è una sfida condivisa a livello mondiale», rileva Amref Health Africa, che nel continente sta lavorando «per migliorare le capacità di laboratorio per la diagnosi e la conferma dell’Mpox» e «formando gli operatori sanitari alla prevenzione e al controllo delle infezioni e alla gestione dei casi». Le infezioni dovute alla rapida diffusione del sottotipo Clade Ib stanno colpendo in Africa soprattutto bambini e adolescenti e, sulla base di questo dato, l’azienda danese Bavarian Nordic, produttrice del vaccino contro Mpox, ha recentemente chiesto all’Agenzia europea dei medicinali l'autorizzazione per l’uso negli adolescenti da 12 a 17 anni.

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