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Stoltenberg con Kiev: "Legittima l'incursione in Russia, ha diritto alla difesa anche oltre confine"

Non sembra destinato a spegnersi lo scontro in Europa e dentro la Nato sui limiti all’uso delle armi a Kiev. Oggi il segretario uscente della Nato Jens Stoltenberg fa un’equazione che lascia intendere la necessità di un sostegno totale all’Ucraina: non solo sostiene che il diritto di autodifesa di un Paese invaso dalla Russia più di 900 giorni fa "non si ferma al confine» ma approva anche l’offensiva di Kiev nella regione russa di Kursk.

«I soldati, i carri armati e le basi militari russe sono obiettivi legittimi secondo il diritto internazionale», ha dichiarato il leader dell’Alleanza Atlantica in un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt.

In attesa delle elezioni americane, che in caso di vittoria di Donald Trump o di Kamala Harris potrebbero segnare uno spartiacque nel sostegno Usa a Kiev, Zelensky ha inviato i suoi massimi consiglieri a Washington. Un incontro in formato Quad alla Casa Bianca, convocato dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan con Francia, Germania e Gran Bretagna per discutere insieme al braccio destro del presidente ucraino Andry Yermak come «rafforzare le forze ucraine sul campo di battaglia, anche attraverso la fornitura di artiglieria, difesa aerea e altre capacità critiche».

Usa, Francia, Germania e Gb sono le maggiori potenze occidentali che hanno autorizzato Kiev a colpire in territorio russo utilizzando le proprie armi (a differenza dell’Italia) seppur, nel caso degli Stati Uniti, con alcune limitazioni.

Ma a spingere perché «il sostegno alla guerra diventi aiuto alla vittoria», come sintetizza il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur, sono anche i Paesi del Nord Europa. «Gli alleati non dovrebbero limitare l’uso delle armi fornite all’Ucraina», ha sostenuto la primo ministro danese Mette Frederiksen alla quale ha fatto eco il presidente finlandese Alexander Stubb.

I divieti «sono assolutamente ridicoli», ha affermato quest’ultimo, evidenziando come «la Russia stia conducendo una guerra illegale e aggressiva, violando tutte le regole internazionali».

La nuova strategia ucraina, cominciata il 6 agosto con l'invasione di Kursk - tenuta segreta fino all’ultimo anche ai suoi generali dal comandante in capo delle forze armate ucraine, Alexander Syrsky -, sembra essere la direzione di Zelensky. Dopo il pesante raid russo di ieri a Kharkiv, che ha causato 7 morti compresa un’adolescente di 14 anni, le forze ucraine hanno risposto a stretto giro con un attacco nella regione russa di Belgorod, confinante al Kursk e considerata possibile obiettivo di una nuova avanzata ucraina in Russia.

«Cinque persone sono morte e altre 37 sono rimaste ferite per colpa di bombe a grappolo montate su missili da lanciatori multipli Mlrs Vampire», ha denunciato il governatore dell’oblast, Vyacheslav Gladkov.

E le incursioni ucraine in Russia sembrano far male al consenso in patria di Vladimir Putin. L’Istituto per lo studio della guerra (Isw) cita alcuni sondaggi, condotti da istituzioni sociologiche statali russe, che registrano un calo di gradimento verso il Cremlino.

Al punto che, sostiene l’Isw, Putin sta conducendo una complessa campagna di informazione per giustificare come mai preferisca continuare le operazioni offensive nell’Ucraina orientale piuttosto che concentrarsi nel cacciare le truppe ucraine dalla regione di Kursk.

D’altra parte, per ammissione di Zelensky stesso, l’Ucraina soffre a Pokrovsk e in altre aree nella regione di Donetsk. La situazione si fa difficile anche a Chasiv Yar, città strategica che le forze russe «controllano al momento per il 40%», ha riferito Andriy Polukhin, portavoce della 24a Brigata meccanizzata ucraina.

E stamattina un nuovo bombardamento ha colpito una casa privata e un grattacielo «uccidendo 5 uomini di età compresa tra 24 e 38 anni».

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