Domenica 10 Novembre 2024

Nasrallah: puniremo Israele per gli attacchi in Libano. Tel Aviv pronta a colpire il fronte nord

«Non parlerò di tempi, modalità o luogo, ma la punizione per Israele arriverà». All’indomani degli attacchi in Libano contro i dispositivi portatili di membri di Hezbollah, il leader del 'partito di dio' Hassan Nasrallah giura vendetta. Il capo di Hezbollah ammette che l’organizzazione ha subito un colpo «molto duro», parla di attacchi senza precedenti in Libano e definisce le operazioni dei giorni scorsi come «un atto terroristico» e una «dichiarazione di guerra» da parte di Israele contro il popolo libanese e la sovranità del Paese. Gli attacchi con i cercapersone avevano lo scopo di «uccidere 4.000 persone in un momento», aggiunge, «questa era l’intenzione del nemico, e questa è la portata del crimine. Come possiamo chiamare questo tipo di azione criminale? E’ una grande operazione? E’ un genocidio? E’ un massacro?». Le esplosioni di cercapersone e altri dispositivi si sono verificate in farmacie, ospedali, mercati, negozi, case, automobili e nelle strade dove si trovavano molti civili, secondo il leader di Hezbollah, uccidendo donne e bambini e facendo migliaia di feriti, con ferite di vario genere. E comunque, è la minaccia di Nasrallah, l’operazione in Libano non impedirà a Hezbollah di continuare a lanciare razzi e droni contro Israele a sostegno della lotta di Hamas contro l’esercito israeliano a Gaza. «Non potrete riportare la gente del nord a casa. Nessuna escalation militare, nessuna uccisione, nessun assassinio e nessuna guerra totale possono riportare i residenti al confine», è la risposta del leader del gruppo filo-iraniano al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ieri aveva promesso esattamente il contrario. Proprio nei minuti in cui Nasrallah teneva il suo discorso, i jet israeliani hanno sorvolato a bassa quota Beirut, segno inequivocabile di sfida. E dimostrazione che Israele non arretra e ribadisce la volontà annunciata di aprire un nuova fase della guerra sul fronte nord. Il capo di Stato maggiore delle forze di difesa israeliane, Herzi Halevi, ha approvato i piani di battaglia per il fronte settentrionale, quello al confine con il Libano, riferisce lo stesso esercito israeliano. E le stesse IDF hanno annunciato che è in corso un’ondata di attacchi aerei contro obiettivi di Hezbollah nel Libano del Sud per indebolire l’organizzazione filo-iraniana che continua a lanciare i suoi razzi sulla Galilea. I media libanesi hanno riferito di massicci attacchi aerei israeliani nei pressi di Deir Qanoun al-Nahr, nel distretto di Tiro. La diplomazia intanto si muove per evitare l’escalation: in serata a Parigi i ministri degli Esteri del cosiddetto Quintetto (Italia, Francia, Usa, Germania e Gran Bretagna) faranno «il punto sulla situazione in Medio Oriente per capire cosa fare, a livello diplomatico, per evitare una escalation», ha detto il capo della Farnesina, Antonio Tajani. Washington non ha condannato esplicitamente gli attacchi ai cercapersone e ai walkie-talkie dei giorni scorsi, mai rivendicati ma ampiamente attribuiti a Israele che hanno causato in tutto 37 vittime e oltre 600 feriti, ma ha invitato tutte le parti a non aggravare la situazione già molto tesa, così come ha fatto Parigi.

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