Venerdì 20 Settembre 2024

Da Parigi un nuovo grido di pace per il mondo: "Imaginer la Paix", meeting di Sant'Egidio per dire basta alle guerre

Come un grido di pace rivolto al mondo: Parigi si prepara ad accogliere il meeting internazionale per la pace 'Imaginer la Paix - Imagine Peace', promosso dalla Comunità di Sant'Egidio insieme all’arcidiocesi di Parigi. Dopo l'edizione dello scorso anno a Berlino, la comunità guidata da Marco Impagliazzo ha scelto un’altra grande capitale europea - quest’anno più che mai sotto ai riflettori tra i Giochi olimpici e la prossima riapertura di Notre-Dame a dicembre - per ''immaginare la pace», in un mondo martoriato da guerre e conflitti fratricidi, dall’Ucraina al Medio Oriente, fino ai tanti, troppi, conflitti dimenticati. «Sono molto felice di poter accogliere la comunità di Sant'Egidio a Parigi. Il moltiplicarsi di incontri di questo tipo consente agli uomini e alle donne di ogni Paese, di ogni credo o religione, di diventare costruttori di pace, vettori di speranza, per mettere la pace al centro della vita», ha dichiarato l’arcivescovo di Parigi, monsignor Laurent Ulrich, in una conferenza stampa congiunta con Impagliazzo nella sala conferenze del Collège des Bernardins. Impagliazzo ha espresso gratitudine verso le autorità d’Oltralpe, a cominciare dal presidente Emmanuel Macron e dall’arcivescovo Ulrich, per l'invito lungo le rive della Senna. «Parigi è una grande città europea, ma anche una città-mondo, da sempre aperta sul mondo», ha sottolineato il presidente della Comunità di Sant'Egidio. ''Essere qui, in una capitale rinnovata, che attraverso le Olimpiadi e le Paralimpiadi ha dato al mondo un nuovo segno di unità e gioia di stare insieme attraverso lo sport, è molto importante», ha proseguito Impagliazzo, evocando l’imperativo, "nei tempi cupi che stiamo attraversando», di non smettere mai di «immaginare la pace», con tutta la «creatività» di cui possiamo dar prova, come fecero i padri fondatori dell’Unione europea dopo la catastrofe della Seconda Guerra Mondiale. Per Impagliazzo, Parigi è anche una «città dove l’umanesimo laico e il cristianesimo si sono confrontati», trovando alla fine una sintesi originale, come anche con l’Islam e il giudaismo. Sintesi, del resto, perfettamente declinata nel celebre motto e della Repubblica francese, 'Liberté, Egalité, Fraternité', la cui forza evocativa ha contribuito all’affermazione dei valori dell’Europa moderna. Ma per Impagliazzo l’incontro di Parigi è anche una «forma di protesta contro la guerra», per dare una voce a chi soffre a causa di esse. Da domenica al 24 settembre la capitale di Francia verrà dunque raggiunta da migliaia di persone, dall’Europa e da altri continenti, tra cui molti giovani: un «popolo della pace», ateo o di ogni fede o religione, che non si rassegna alle troppe guerre in corso nel mondo e che si fa portavoce delle terribili sofferenze inflitte alle popolazioni. Il programma è fitto di eventi, dall’inaugurazione, il pomeriggio di domenica al Palais des Congrès, con la prevista partecipazione di Emmanuel Macron, ai 21 Forum previsti nella giornata del 23 e nella mattina del 24 sui problemi del nostro tempo (come pace, disarmo, crisi ambientale, migranti, democrazia e solidarietà) fino alla cerimonia finale, alle 18 del 24 settembre, quando umanisti laici ed esponenti di tutte le religioni - a cominciare da cristiani, ebrei e musulmani - si ritroveranno insieme sul sagrato di Notre Dame. Momento dall’alto valore simbolico, nel corso del quale verrà letto un messaggio di Papa Francesco, seguito da un minuto di silenzio per le vittime di tutte le guerre e l’accensione dei candelabri della pace. Una nuova luce di speranza da Parigi al mondo contro le tenebre della guerra.

leggi l'articolo completo