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Kamala Harris si rafforza, è avanti di sette punti su Donald Trump. Il sondaggio di Reuters-Ipsos

Kamala Harris stacca Donald Trump di sette punti percentuali nella corsa alla Casa Bianca e tenta l’affondo su economia e lavoro, temi caldi della campagna elettorale sui quali ha guadagnato consensi rispetto a qualche settimana fa ma è ancora indietro rispetto al rivale repubblicano.

Il vantaggio del 47% della democratica contro il 40% del tycoon è stato rilevato dall’ultimo sondaggio Reuters-Ipsos condotto da sabato a lunedì scorso e segna un aumento delle preferenze per la vice presidente rispetto all’inchiesta precedente, di dieci giorni fa, che la dava solo cinque punti avanti a The Donald. Gli stessi sondaggisti hanno, tuttavia, precisato che se pure questo tipo di ricerche a livello nazionale sono utili per capire gli umori del Paese, la vittoria finale sarà decisa Stato per Stato e si giocherà soprattutto sui sette in bilico, dove i due avversari sono ancora testa a testa.

Alla domanda su «chi dei due ha il miglior approccio su economia, disoccupazione e lavoro», circa il 43% degli elettori ha risposto Trump e il 41% ha scelto Harris, ad agosto il tycoon aveva un vantaggio di tre punti.

Ed è proprio l’economia l’argomento sul quale si stanno concentrando la democratica e il repubblicano nei loro comizi di questi giorni. Ad un evento in Georgia il tycoon ha promesso agevolazioni fiscali ai produttori stranieri che vengono negli Stati Uniti e dazi per punire le aziende che non lo fanno. "Riporteremo migliaia e migliaia di posti di lavoro negli Stati Uniti e miliardi e miliardi di dollari nel Paese», ha dichiarato The Donald sostenendo che con lui alla Casa Bianca gli USA "strapperanno lavori e fabbriche ad altri Paesi». Secondo un suo consigliere economico, l’ex presidente vuole avere un approccio protezionistico reclutando personalmente le aziende straniere.

Dall’altra parte Harris a Pittsburgh, nello Swing State della Pennsylvania, presenta la sua visione «pragmatica e capitalista" provando a respingere la critica che le è stata mossa finora di non essere mai entrata nel dettaglio del suo piano economico. In sostanza la democratica vuole presentarsi come l’opposto del tycoon, «a lui interessa chi abita nei grattacieli, a me non chi li ha costruiti e chi li pulisce» è una delle frasi del suo discorso incentrato su soluzioni pratiche per aiutare la classe media.

Intanto la campagna elettorale continua ad essere agitata dal pericolo di interferenze da parte dei Paesi nemici dell’America. Secondo quanto rivelato dalla campagna di Trump, infatti, l'intelligence ha avvertito di «minacce reali e specifiche da parte dell’Iran di assassinare» il tycoon «nel tentativo destabilizzare e seminare il caos negli Stati Uniti». Anche l’ex presidente è intervenuto sull'allarme dicendo di essere "circondato da uomini, fucili e altre armi» come mai prima d’ora.

«I funzionari dell’intelligence hanno identificato che questi attacchi continui e coordinati si sono intensificati negli ultimi mesi e i funzionari delle forze dell’ordine di tutte le agenzie stanno lavorando per garantire che Trump sia protetto e che le elezioni siano libere da interferenze», ha sottolineato il portavoce della campagna del tycoon, Steven Cheung.

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