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Hezbollah sfida Israele: razzi e missili a lunga gittata per colpire Tel Aviv

Israele ed Hezbollah sono in guerra. L’aeronautica dello Stato ebraico ha intensificato i bombardamenti e un intervento di terra dell’esercito sembra imminente. Allo stesso tempo, il gruppo sciita libanese ha preso di mira importanti centri come Tel Aviv. Un accordo per una tregua sembra lontano, il premier israeliano Benjamin Netanyahu annuncia che le operazioni vanno avanti; il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah dichiara che il gruppo è pronto al conflitto. Ultimo atto di un’escalation che ha subito un’accelerazione tra il 17 e il 18 settembre, quando prima i cercapersone e poi i walkie talkie di membri dell’organizzazione sciita libanese sono stati fatti detonare causando almeno 38 morti e più di 3 mila feriti. Operazione di intelligence che ha spianato la strada all’intervento dell’aeronautica israeliana, che a partire dal 20 settembre ha colpito non solo oltre confine, ma anche la capitale Beirut. Tra gli almeno 56 morti, non solo esponenti del partito libanese, ma anche civili. Ora Hezbollah risponde alle minacce ed è pronto a mettere in campo il proprio arsenale.

Il movimento libanese si è sviluppato tra il 1982 e il 2000, da allora ha accresciuto i propri armamenti fino a divenire «il più grande gruppo armato al mondo». Droni, missili, difesa antiaerea, tank e soldati che verranno dispiegati per rispondere alle operazioni dell’esercito dello Stato ebraico.

Razzi. Si stima che dal 2006 a oggi Hezbollah abbia accumulato 130 mila tra razzi e missili. Un vero e proprio arsenale capace di colpire a differenti distanze. I razzi Khaibar, Raad, Fajir e Zilzal possono essere armati con quantità tra i 50 e i 600 kg di esplosivo e colpire a una distanza compresa tra 40 e 200 chilometri. La scorsa settimana, dopo l’esplosione dei cercapersone, Hezbollah ha annunciato di aver colpito la base israeliana Ramat David Air Force con i missili Fadi-1 e Fadi-2, capaci di colpire fino a 105 km di distanza. I razzi di ultima generazione Fadi-3 hanno fatto la loro comparsa in un attacco alla base Samson, situata in Galilea. Utilizzati per la prima volta lo scorso giugno anche i razzi Falaq-2, capaci di trasportare pesanti testate esplosive, ma colpire in un raggio di massimo 10 km. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha più volte dichiarato l’intenzione di convertire i razzi in missili di precisione, e i prossimi giorni diranno quanto le parole si siano tramutate in fatti.

  • Missili a lunga gittata. Nell’arsenale di Hezbollah figurano i missili iraniani Fateh-110 e gli Scud. I primi hanno un raggio d’azione di 250-300 km, mentre gli Scud possono colpire fino a 500 km di distanza. Uno di questi è stato lanciato contro la città di Tel Aviv negli scorsi giorni; per la prima volta dall’inizio del conflitto, un attacco ha penetrato così profondamente dal Libano in Israele. Secondo diversi analisti, Israele ha distrutto parte dell’arsenale militare di Hezbollah, ma la maggior parte degli armamenti non ha subito danni. I missili a lunga gittata sono più facili da intercettare da parte dell’Iron Dome, ma non droni e razzi, e l’incubo di un attacco che combini le diverse armi a disposizione degli sciiti libanesi incombe su Israele.
  • Droni. Hezbollah può contare sia su droni militari che da ricognizione. Durante questo conflitto, il «Partito di dio» ha più volte utilizzato droni carichi di esplosivo per colpire le truppe israeliane, meno di un mese fa, nelle Alture del Golan. Negli ultimi mesi sono aumentati i casi di droni armati, utilizzati in maniera sempre più frequente per colpire oltreconfine. I droni vengono utilizzati anche per eludere il sistema di difesa missilistica Iron Dome utilizzato per proteggere Israele e ottenere informazioni. A giugno scorso, alcuni velivoli senza pilota sono stati fatti volare sulla città di Haifa, permettendo a Hezbollah di raccogliere le coordinate di infrastrutture civili e militari.
  • Contraerea. Il punto debole di Hezbollah. Nonostante il gruppo sciita libanese possa contare su missili anticarro di fabbricazione iraniana e razzi per colpire e distruggere droni o imbarcazioni nemiche, manca un sistema efficace di difesa contro i raid aerei. Il sistema di contraerea di Hezbollah non può essere paragonato all’Iron Dome e consente al massimo la difesa contro elicotteri. Nell’arsenale giacciono anche i missili russi Yakhont, capaci di colpire fino a 300 km di distanza con 200 kg di esplosivo, ma finora inutilizzati.
  • Esercito: carri armati e soldati. Una stima del 2022 indicava che Hezbollah poteva contare su 20 mila soldati e altrettanti riservisti. Difficile fare una stima precisa dei carri armati, molti dei T-55 e T-72 si trovano infatti in Siria e sono pronti a intervenire in caso di attacco da terra. Una carta importante per Hezbollah è la fitta rete di tunnel che collega le basi strategiche situate nel sud e nell’est del Libano e distanti tra loro centinaia di chilometri. Tunnel scavati nella dura roccia con la supervisione di ingegneri iraniani e nordcoreani nel corso degli anni.

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