
A 72 anni, un cittadino americano si è ritrovato oggi ad essere portato davanti a una Corte di Mosca per rispondere dell’accusa di avere partecipato come mercenario al conflitto ucraino nelle file delle truppe di Kiev. Un reato per il quale rischia dai 7 ai 15 anni di reclusione. La vicenda riguardante Stephen Hubbard, originario del Michigan, è in gran parte avvolta nel mistero.
Secondo l’agenzia russa Tass, sarebbe stato fatto prigioniero dai russi a Izyum, nella regione nord-orientale ucraina di Kharkiv, dove si era trasferito fin dal 2014. Questa città era stata dapprima occupata dalle truppe di Mosca nella primavera del 2022, e poi era stato riconquistata dagli ucraini nell’autunno di quello stesso anno.
Secondo il rappresentante della pubblica accusa, Hubbard sarebbe stato catturato dai russi mentre prestava servizio a pagamento in un battaglione della difesa territoriale ucraina. Non si sa dove sia detenuto l’uomo, che oggi è stato tradotto davanti alla Corte scortato dalla polizia militare.
La stessa Corte ha accolto la richiesta dell’accusa di prolungare lo stato di detenzione del cittadino americano di almeno altri sei mesi, in attesa della sentenza. La prossima udienza del processo è in programma il 3 ottobre.
Diversi occidentali, in particolare americani, sono detenuti in Russia. Washington accusa le autorità del Paese di tenerli in ostaggio con vari pretesti allo scopo di scambiarli con agenti russi incarcerati all’estero.
Il mese scorso la Russia, gli Usa e altri Paesi occidentali hanno compiuto il più grande scambio di prigionieri dalla fine della Guerra Fredda, che ha portato tra l’altro alla liberazione da parte di Mosca del giornalista americano Evan Gershkovich e dell’ex Marine Paul Whelan, entrambi condannati per spionaggio. Nel 2022 la Russia aveva liberato la cestista americana Brittney Griner, accusata di detenzione di cannabis, in cambio di Viktor Bout, condannato a 25 anni negli Usa per traffico di armi.
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