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L'ambasciata Usa dirama un'allerta di alto livello. "L'Iran prepara un attacco imminente contro Israele". Netanyahu: «Restiamo uniti»

L’ambasciata statunitense in Israele ha diramato «un avviso di allerta di alto livello ai suoi dipendenti in Israele e nei Territori palestinesi, ordinando loro di tornare a casa e di prepararsi ad entrare in un rifugio antiaereo": lo riporta Haartez riprendendo il New York Times. E' la prima volta che viene emesso un ordine del genere dopo l'attacco aereo dell’Iran contro Israele nell’aprile scorso.

Dopo due settimane di raid e bombardamenti israeliani a tappeto e lanci quotidiani di missili da parte di Hezbollah, Israele ha dato il via nella notte a incursioni di terra mirate e limitate nel sud del Libano per colpire le infrastrutture del gruppo filo-iraniano che minacciano le comunità nel nord dello Stato ebraico.

Intanto, gli Usa hanno informato Israele che l’Iran intende lanciare a breve un attacco missilistico. Un simile scenario, ha sottolineato un alto funzionario della Casa Bianca, «avrebbe conseguenze disastrose» per la Repubblica islamica.

«Al momento» non è stata rilevata alcuna minaccia aerea dall’Iran, ha riferito il portavoce delle forze armate israeliane Daniel Hagari. Quanto al Libano, ha spiegato, l’obiettivo delle operazioni mirate è «sventare un attacco simile a quello avvenuto il 7 ottobre».

Le truppe non entreranno a Beirut o in nessuna delle principali città del Paese dei Cedri e l’operazione di terra sarà il più breve possibile, ha assicurato. Finora non ci sono stati scontri diretti con miliziani di Hezbollah all’interno del Paese dei Cedri, ha sottolineato una fonte della sicurezza. L’Idf ha esortato i residenti di una trentina di villaggi nel sud del Libano a evacuare a nord del fiume Awali, a decine di km dal confine con Israele. «Chiunque si trovi vicino a membri, strutture e mezzi di combattimento di Hezbollah mette in pericolo la propria vita. Si prevede che qualsiasi casa utilizzata da Hezbollah per le sue esigenze militari sarà presa di mira», ha avvertito il portavoce in lingua araba, Avichay Adraee.

Caccia israeliani sono anche tornati a colpire obiettivi nel quartiere Dahiyeh, nella capitale libanese, roccaforte di Hezbollah. In Israele, le sirene di allarme sono risuonate a Tel Aviv e nel centro del Paese. L’attacco è stato rivendicato da Hezbollah che ha sostenuto di aver sparato missili Fadi-4 sulla base di Glilot, vicino a Herzliya, a nord di Tel Aviv, sede dell’Unità 8200 e del quartier generale del Mossad, «in memoria di Nasrallah». Due persone sono rimaste moderatamente ferite.

L’Idf ha riferito che sono stati lanciati in totale una trentina di razzi nel giro di poche ore; in risposta, i caccia israeliani hanno attaccato lanciatori e depositi di armi. Le autorità hanno emesso nuove restrizioni per i civili nel nord e nel centro di Israele, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme, valide fino a sabato, dopo le vacanze per il nuovo anno (Rosh Hashana): scuole e uffici possono essere aperti solo se c'è un rifugio adeguato nelle vicinanze e può essere raggiunto in tempo. Quanto agli assembramenti, sono permesse fino a 30 persone all’aperto e 300 persone al chiuso, mentre le spiagge saranno chiuse.

Da parte sua, Hezbollah ha negato che le forze israeliane siano entrate nel Libano meridionale: «Non ci sono ancora stati scontri diretti a terra tra i combattenti della resistenza e le forze di occupazione. I nostri combattenti sono pronti ad affrontare le forze nemiche che osano o tentano di entrare in Libano», ha affermato il responsabile delle relazioni con i media, Muhammad Afif. Gli Usa hanno espresso sostegno a «limitate operazioni per distruggere l’infrastruttura di Hezbollah», definendole «in linea con il diritto di Israele di difendere i propri cittadini e di riportare i civili a casa in sicurezza».

«Naturalmente - ha aggiunto un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano - sappiamo che l’espansione della missione può essere un rischio e continueremo a discuterne con gli israeliani. E in definitiva, una risoluzione diplomatica è l’unico modo per ottenere stabilità e sicurezza durature lungo il confine tra Israele e Libano».

Secondo un alto funzionario della Casa Bianca riportato dai media israeliani, Washington ritiene «imminente» un attacco missilistico iraniano contro Israele. Gli Usa «stanno contribuendo attivamente ai preparativi militari per difendere Israele da questo attacco» che «avrebbe conseguenze disastrose per l’Iran», ha sottolineato il funzionario. Il Pentagono ha fatto sapere di aver inviato altri tre squadroni di aerei in Medio Oriente. Tra le sirene e gli allarmi di attacchi, il premier israeliano Benjamin Netanyahu si è rivolto ai concittadini, avvertendoli che sono in arrivo «giorni di grandi sfide». «Quello che vi chiedo sono due cose», dice Netanyahu nel messaggio: «Uno, di obbedire rigorosamente alle direttive del Comando del Fronte Interno. Questo salva la vita». «E secondo, di restare uniti», ha proseguito il premier. «Restiamo saldi insieme nei giorni difficili che ci attendono. Insieme resisteremo, insieme combatteremo e insieme vinceremo».

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