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Basi militari e siti sotterranei, gli obiettivi dell'attacco israeliano in Iran. Dalle fabbriche di munizioni ai centri dell’intelligence

La lista dei possibili target di Israele in Iran - se fosse confermata l’indiscrezione che vede nel mirino le infrastrutture militari degli ayatollah - è molto vasta e include le installazioni delle Forze di terra dell’esercito della Repubblica islamica, quelle utilizzate dai Pasdaran, accademie militari e basi aeree.

Solo queste ultime comprendono sia quelle tattiche, che le 17 principali basi aeree operative dell’Iriaf, oltre ad altre installazioni dell’aviazione militare e installazioni congiunte civili/militari, così come aeroporti civili e altre strutture sotto autorità civile di importanza strategica per l’aeronautica iraniana in scenari di emergenza.

Le installazioni si trovano sparse in tutto il Paese. Nella zona di Teheran, ad esempio, ci sono il Centro di ricerche spaziali, l’Agenzia spaziale, il Centro di comando e controllo delle guardie rivoluzionarie e l’Organizzazione delle industrie aerospaziali. A ovest, vi è la base missilistica di Kermanshah e la base missilistica Imam Ali.

Nel nord, ci sono installazioni come la base missilistica di Tabriz, la base di lancio di Sharoud, e la base spaziale Imam Khomeini. A sud, vi sono la base di lancio di Arak, un impianto di produzione di missili vicino a Shiraz, e il complesso missilistico di Esfahan.

Una particolare attenzione è rivolta alle strutture sotterranee. Il 7 febbraio 2023, l’Iran ha inaugurato la base aerea sotterranea Oghab 44, dove sono stati mostrati caccia F-4 Phantom II e droni kamikaze Arash-2. In precedenza, era stata rivelata un’altra base sotterranea, Badr 313, dedicata soprattutto all’uso di droni.

Questi siti, insieme a qualsiasi centro associato ad un eventuale attacco missilistico su Israele, inclusi centri di comando e controllo, rampe di lancio di missili e fabbriche di munizioni, rappresentano possibili obiettivi.
Israele potrebbe anche considerare attacchi contro i centri di intelligence situati spesso in basi militari.

Israele, grazie alla sua capacità di lanciare missili a lunghe distanze, può colpire senza dover ricorrere a un elevato numero di aerei da guerra, riducendo così l’esposizione ai missili iraniani.

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