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Chi era Yahya Sinwar, lo spietato leader di Hamas

epa11531416 (FILE) Hamas Gaza leader Yahya Al Sinwar attends a press conference after Hamas announcing his victory in Gaza City, Gaza Strip, 10 March 2021 (reissued 06 August 2024). On 06 August 2024 Hamas announced that Senior Hamas leader in Gaza Strip Yahya Al-Sinwar, became the group's new political leader following the assassination of Hamas leader Ismail Haniyeh in Tehran on 31 July 2024. EPA/MOHAMMED SABER *** Local Caption *** 56754685 12-08-2024 Kiev Le due guerre Il presidente ucraino Zelensky: «Utilizzato da Mosca un missile coreano» Il leader di Hamas, Yahya Sinwar, interessato a trattare un’intesa con Tel Aviv sulla tregua

Dopo la morte di Ismail Haniyeh, lo scorso luglio, Hamas ha scelto all’unanimità Yahya Sinwar come proprio leader politico. Sinwar è uno dei fondatori, al fianco del primo storico leader, lo sceicco Yassin, del movimento di resistenza palestinese della cui ala militare è stato comandante.
Per 23 anni a capo dell’apparato di sicurezza di Hamas, dal 2021 è stato il numero uno di Hamas a Gaza. A differenza di altri leader come Haniyeh o Khaled Meshal, Sinwar non ha mai lasciato Gaza e la sua elezione dà un preciso segnale: ricompattare i ranghi e combattere.

Nato nel 1962 nel campo profughi di Khan Younis, Sinwar cresce nel mito della resistenza e nella rabbia dell’ingiustizia vissuta dalla propria famiglia, originaria di Ashkelon ma costretta a migrare in uno dei campi profughi più popolosi e duri di Gaza. Sempre a Khan Younis, non a caso, è nato Mohammed Deif, capo dell’ala militare di Hamas, fondatore delle brigate Ezzedin el Qassam, la cui morte è stata annunciata dall’esercito israeliano in un attacco a luglio di quest’anno, ma non confermata dal movimento islamico.

Il primo arresto di Sinwar arriva nel 1982 e la detenzione dura solo un anno. A farlo finire in carcere è la vicinanza con Salah Shehadeh, uno dei leader storici di Hamas ed ex capo delle brigate Ezzedin el Qassam. Sinwar fa infatti parte di una unità antispionaggio della resistenza palestinese. Il primo arresto non impedisce a Sinwar di partecipare, sempre nel 1987, alla fondazione del movimento islamico di resistenza.

Nel 1988 arriva un secondo arresto e la condanna a 4 ergastoli per aver partecipato a un attacco in cui perdono la vita due militari israeliani. Ordina anche l’uccisione di quattro palestinesi accusati di collaborazionismo con lo stato ebraico. Rimane in carcere 23 anni, fino allo scambio del 2011 con il soldato Shalit, rapito dalle brigate Ezzedin el Qassam nel 2006.

Passano quattro anni dalla sua liberazione e Sinwar entra nella lista internazionale dei ricercati degli Stati Uniti. Due anni dopo porta a termine la propria scalata all’interno del movimento e diventa numero due dell’ufficio politico, alle spalle di Ismail Haniyeh. Ma se Haniyeh per anni ha agito dall’estero e ricoperto ruoli di rappresentanza politica, è sempre stato Sinwar il vero capo di Hamas a Gaza, sul territorio. Potere mantenuto con il pugno di ferro nei confronti dei miliziani e tolleranza zero con i corrotti, come l’esecuzione del comandante di Mahmoud Ishitvi, reo di aver sottratto soldi al movimento.

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