Nuovo tour in Medio Oriente del segretario di Stato americano Antony Blinken, impegnato a fare pressioni per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza e la liberazione degli ostaggi, giorni dopo l’uccisione da parte di Israele del leader di Hamas, Yahya Sinwar. E’ l’undicesimo viaggio nella regione del capo della diplomazia Usa da quando è scoppiata la guerra un anno fa, a sole due settimane dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
Una svolta potrebbe essere una spinta importante per la vicepresidente Usa e candidata dei democratici Kamala Harris, in corsa contro Donald Trump. Il viaggio di Blinken arriva pochi giorni dopo che lui e il segretario alla Difesa Lloyd Austin hanno avvertito Israele che gli Stati Uniti potrebbero trattenere parte dei suoi miliardi di dollari in aiuti militari a meno che non venga consentita una maggiore assistenza umanitaria a Gaza, dove l’Onu ha avvertito che più di 1,8 milioni di persone stanno affrontando «fame estrema».
Il dipartimento di Stato ha annunciato il viaggio, senza precisare - oltre a Israele - quali Paesi saranno interessati. Blinken, che sarà nella regione fino a venerdì, «discuterà dell’importanza di porre fine alla guerra a Gaza, garantire il rilascio di tutti gli ostaggi e alleviare le sofferenze del popolo palestinese», si legge nella nota. Tra i temi che verranno affrontati, i piani post-conflitto a Gaza e la ricerca di una «soluzione diplomatica» in Libano dove continuano i bombardamenti e gli scontri diretti tra combattenti di Hezbollah e soldati israeliani.
Prosegue intanto il tour diplomatico del ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqhchi, con visite in Kuwait e Bahrein, e nella regione è arrivato anche il ministro degli Esteri e vice presidente del Consiglio Antonio Tajani per incontrare il premier israeliano Benjamin Netanyahu, il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz e il premier palestinese Muhammad Mustafa.
Parlando con l’omologo israeliano, il titolare della Farnesina ha ringraziato lo Stato ebraico per la collaborazione con l’iniziativa italiana 'Food for Gazà assieme alla Autorità nazionale palestinese ma ha sottolineato che «adesso cibo e medicine devono entrare più velocemente» nella Striscia. «Dopo la scomparsa di Sinwar a Gaza, riteniamo che sia arrivato il momento di riaprire la strada alla politica e alla diplomazia», ha affermato Tajani, confermando «la solidarietà e il sostegno del governo italiano sul tema del rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas».
Quanto alla situazione in Libano, dove venerdì scorso si è recato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, «bisogna pianificare un’azione politica che rafforzi il governo libanese, per evitare il collasso definitivo del Paese: anche in Libano come a Gaza bisogna andare verso un cessate il fuoco, non verso una intensificazione dei combattimenti», ha dichiarato il titolare della Farnesina, riferendo di aver trovato l’attenzione di Netanyahu alla soluzione dell’Italia per il Paese dei Cedri durante il loro incontro a Gerusalemme.
Tajani ha parlato anche delle condizioni di Unifil, la missione di pace dell’Onu nel sud del Libano alla quale l’Italia partecipa in forze e che è stata oggetto di incidenti la settimana scorsa con le truppe israeliane. Israele ha fornito all’Italia rassicurazioni «sulle modalità operative dell’esercito israeliano nel sud del libano attorno alle installazioni» dei caschi blu, hanno riferito fonti della Farnesina al termine dell’incontro fra Tajani e Netanyahu. Il capo della diplomazia ha ugualmente ribadito l’impegno italiano nella missione Aspides contro gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso.
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