Lo shock di Israele per il linciaggio dei tifosi del Maccabi ad Amsterdam è tutto scritto nelle facce dei giovani seduti ai caffè di Tel Aviv per il rituale del brunch prima che entri lo shabbat. Si passano i telefonini con i video delle aggressioni selvagge, non commentano, non scuotono la testa, guardano sgomenti l'oscurantismo che si è rifatto vivo nel cuore dell’Europa. Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha condannato l’attacco antisemita, ma soprattutto ha messo l’accento sul significato che la data del 9 di novembre ha nel calendario europeo: "L'86esimo anniversario dalla Kristallnacht è stato celebrato nelle strade della capitale olandese, quando gli ebrei sul suolo europeo furono attaccati perché erano di religione ebraica. È accaduto di nuovo", ha detto.
L’anniversario della Notte dei cristalli fa uscire dai libri di storia le schegge dei vetri frantumati di migliaia di negozi di ebrei saccheggiati e distrutti che tappezzavano le strade della Germania, dell’annessa Austria e una parte della Cecoslovacchia: quella notte, tra il 9 e il 10 novembre, centinaia di sinagoghe furono attaccate, distrutte, date alle fiamme. Ai vigili del fuoco fu ordinato di lasciarle bruciare, i cimiteri ebraici furono profanati, gli ebrei furono attaccati e uccisi dalle truppe d’assalto, istigati dagli ufficiali del partito nazista, dalla Gioventù hitleriana, dal ministro della Propaganda Joseph Goebbels. Il pogrom che segnò la svolta nella persecuzione portando allo sterminio di 6 milioni di ebrei europei. «C'è una differenza oggi però, il popolo ebraico ora ha uno Stato tutto suo», ha messo in rilievo il premier israeliano, aggiungendo che «chi sta dietro agli attacchi non rappresenta solo un rischio per gli ebrei, ma per l’intero mondo libero».
Le dichiarazioni di Netanyahu sono arrivate nel pomeriggio mentre il primo volo con i tifosi del Maccabi Tel Aviv evacuati da Amsterdam è atterrato all’aeroporto Ben Gurion e il ministero degli Esteri ha dichiarato che tutti gli israeliani nella capitale olandese erano stati rintracciati. La compagnia aerea El Al, che solitamente osserva la tradizione religiosa e non opera di shabbat, con il permesso dai rabbini ha messo a disposizione tre aerei per riportare a casa i tifosi.
«Ho visto la mia fine. Sono scappata da persone assetate di sangue, solo perché sono ebrea. Non avrei mai immaginato. Siamo scesi dal treno dopo la partita, c'erano migliaia di musulmani che hanno iniziato a picchiare e linciare gli israeliani. Sono scesi dai taxi o arrivavano in moto. Hanno cercato di catturare il maggior numero possibile di noi, erano dovunque. Siamo entrati nel primo hotel che abbiamo visto, siamo rimasti lì tutta la notte. Grazie a Dio siamo salvi», ha raccontato ai media locali Liv Zengi, che era ad Amsterdam con il fidanzato Raviv per vedere la partita del Maccabi.
La testimonianza di un tifoso, riservista trentenne, è stata rilanciata su X dal leader dei sovranisti olandesi Geert Wilders: «Sono appena tornato da Gaza dopo 4 mesi, quello che ho vissuto in Olanda non è meno terrificante. Mi hanno investito, mi hanno puntato un coltello. Sono ferito, siamo caduti in un’imboscata. La polizia non c'era, ci ha abbandonato. Io e diverse centinaia di tifosi siamo stati circondati nell’hotel. Vogliamo solo tornare a casa», ha ammesso.
Anche i giocatori del Maccabi sono rientrati. Sono rimasti in silenzio davanti alle domande dei cronisti. Solo il centrocampista e capitano della nazionale Eran Zahavi ha risposto: «I nostri tifosi erano venuti per vedere la partita. Quello che è successo è una vergogna, una vergogna».
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