Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha dichiarato la legge marziale, durata solo sei ore, per evitare le indagini a suo carico. La mozione di impeachment, presentata dalle opposizioni in Parlamento, accusa Yoon di aver «violato gravemente e ampiamente la Costituzione e la legge». Secondo i critici, la decisione di Yoon sarebbe stata «motivata non da preoccupazioni per la sicurezza nazionale ma dall’intento di eludere le indagini» che coinvolgono anche sua moglie, Kim Keon-hee.
Proteste e tensioni a Seul
A Seul, il clima è passato dallo shock iniziale alla rabbia del mattino. Migliaia di persone si sono radunate per manifestare in difesa della democrazia e chiedere le dimissioni immediate di Yoon. Manifestazioni spontanee si sono svolte in tutto il Paese, con una forte partecipazione intorno al Parlamento, il cui voto notturno contro la legge marziale ha bloccato il blitz presidenziale.
I cittadini, stanchi ma determinati, hanno sventolato cartelli colorati e intonato l’inno nazionale sudcoreano. In serata, decine di migliaia di manifestanti hanno partecipato a una grande veglia e una marcia verso l’ufficio presidenziale nel distretto di Yongsan. I sindacati, inclusa la Korean Confederation of Trade Unions e quello della conglomerata Hyundai, hanno annunciato scioperi a oltranza fino alle dimissioni di Yoon.
La battaglia parlamentare sull’impeachment
La mozione di impeachment, firmata da 191 deputati, necessita del voto favorevole di 200 parlamentari su 300 per avviare il procedimento presso la Corte costituzionale. Nonostante il People Power Party di Yoon abbia deciso di opporsi all’impeachment, il voto rimane incerto, con la possibilità che emergano dissidenti all’interno del partito del presidente.
Divisioni interne e dimissioni del governo
La giornata è stata segnata anche dalle dimissioni dell’intero governo e dello staff presidenziale. Durante una riunione di gabinetto, diversi membri di spicco, tra cui il premier Han Duck-soo e i ministri degli Esteri e delle Finanze, si sono opposti alla legge marziale. Tuttavia, il presidente ha insistito, supportato dal ministro della Difesa Kim Yong-hyun, anch’egli oggetto di una mozione di impeachment.
Reazioni internazionali e mercati
Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha dichiarato che Washington non era a conoscenza della mossa di Yoon, ribadendo l’importanza della democrazia in Corea del Sud e auspicando una risoluzione pacifica. Gli Stati Uniti, con 28.500 soldati nel Paese, continuano a considerare Seul un alleato strategico nell’Indo-Pacifico.
Nonostante la crisi politica, la Borsa di Seul ha reagito con relativa stabilità, registrando una flessione dell’1,44%. Questo grazie all’intervento del ministero delle Finanze e della Banca centrale, che hanno garantito una prima tenuta economica, sebbene le incertezze restino molte.
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