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I ribelli arrivano a Damasco, Assad è sparito: forse è in fuga. Il destino del regime in bilico

Il presidente Bashar al Assad, da un quarto di secolo al potere dopo averlo ereditato dal padre Hafez per trent'anni ai vertici del regime, è da più parti indicato come un raìs in fuga, mentre gli insorti dal sud e dal nord del Paese sono già alle porte di Damasco.

Ore fatali circondano il destino politico della Siria, travolta da una guerra mondiale in corso sul suo territorio da quasi 14 anni, e che si appresta a scrivere una nuova pagina al libro della sua storia millenaria: il presidente Bashar al Assad, da un quarto di secolo al potere dopo averlo ereditato dal padre Hafez per trent'anni ai vertici del regime, è da più parti indicato come un raìs in fuga, mentre gli insorti dal sud e dal nord del Paese sono già alle porte di Damasco.

Una marcia trionfale degli insorti

Dopo una clamorosa e inaspettata marcia trionfale, cominciata solo dieci giorni fa dalla remota regione nord-occidentale di Idlib al confine con la Turchia, gli insorti hanno travolto roccaforti governative, russe e iraniane come Aleppo e Hama.

Sulla sorte del raìs, intanto, si rincorrono le indiscrezioni che lo vedono tutte già fuori dalla Siria, in fuga, nonostante il suo ufficio abbia provato a smentire le voci, affermando che si trova ancora a Damasco.

Voci di fuga e scenari di transizione

Secondo fonti informate alla Bloomberg, Assad sarebbe a Teheran, pronto a trattare anche per un esilio sicuro. «Non è in nessuna parte della capitale», hanno rilanciato anche alcuni media Usa, mentre qualcuno non esclude possa essere anche a Mosca.

Nel frattempo, a Doha, in Qatar, si è svolta l’attesa riunione cui hanno partecipato i ministri degli esteri di Russia, Iran e Turchia.

La risposta dell'Occidente

Nelle stesse ore, ma prima che il presidente eletto americano Donald Trump affermasse che non è interesse di Washington farsi coinvolgere nel conflitto siriano, si è riunito a Doha il quartetto di Paesi occidentali vicini a Israele: Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Germania.

Secondo fonti presenti alla riunione, a cui hanno partecipato rappresentanti dell’Ue e l’inviato speciale Onu per la Siria, Geir Pedersen, è emersa la volontà occidentale di avviare a Ginevra, la settimana prossima, un processo di transizione politica post-Assad, evitando nuovi spargimenti di sangue e il collasso dello Stato siriano.

Gli ultimi sussulti del regime

Senza più il sostegno di Mosca, la struttura militare e politica della Siria degli Assad si è di fatto squagliata come neve al sole. Gli ultimi sussulti di resistenza lungo l’asse Aleppo-Damasco si sono visti a Homs, crocevia del Paese e porta di accesso per la regione costiera, dove la Russia mantiene la base navale di Tartus e quella aerea di Latakia, entrambe sul Mediterraneo.

La tragedia delle prigioni politiche

Intanto, a Damasco, gli insorti sono riusciti a raggiungere le tristemente note prigioni politiche del regime di Adra e Saydnaya, dove sono rinchiusi migliaia di prigionieri di coscienza, dissidenti e oppositori.

Molti di questi sono stati dati per scomparsi da anni, altri ancora non vedono la luce dagli anni '80 del secolo scorso.

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