Al sesto giorno di caccia all’uomo, il cerchio si è chiuso attorno a Luigi Nicholas Mangione, 26enne nato e cresciuto nel Maryland con un nome di origini italiane, ex studente della Ivy League, ricercato per l'assassinio a Manhattan del CEO di UnitedHealthcare, Brian Thompson. Su segnalazione di un dipendente del fast food di un McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania, la polizia ha fermato un giovane dal comportamento sospetto trovandolo in possesso di un passaporto americano e quattro documenti di identità falsi, tra cui uno simile a quello del New Jersey esibito alla reception dell’ostello dell’Upper West Side, dove il killer si era fermato per dieci giorni prima dell’assassinio.
La cattura grazie a tecnologia e investigazione tradizionale
«L'abbiamo preso incrociando i vecchi metodi della polizia con quanto offerto dalle nuove tecnologie», ha dichiarato la nuova commissioner Jessica Tisch durante una conferenza stampa a New York con il sindaco Eric Adams. Arrivato ad Altoona in Greyhound, Mangione aveva con sé una pistola con silenziatore simile a quella usata per uccidere Thompson: si tratterebbe di una 'ghost gun', non rintracciabile e assemblata con una stampante 3D. Il 26enne portava addosso anche un "manifesto", secondo fonti di polizia, simile a quello del matematico pluriassassino Unabomber.
Le motivazioni dietro l'omicidio
Il documento scritto a mano, riportato dalla CNN, accusa la corporate America e in particolare le mutue private come UnitedHealthcare, colpevoli di anteporre i profitti al bene degli assicurati. «Questi parassiti se la sono cercata... Mi scuso per ogni conflitto e trauma, ma andava fatto», si legge. Mangione, che afferma di aver agito da solo e autofinanziato, sarebbe stato motivato anche dal trattamento riservato a un parente malato, secondo quanto riportato dal New York Post.
Gli indizi lasciati dall'assassino
Gli investigatori avevano sospettato fin dall'inizio di un killer arrabbiato con il sistema sanitario. Tra gli indizi raccolti: le tre parole incise sui bossoli trovati sul luogo del delitto ("deny, delay, depose") e i soldi finti del Monopoli infilati nello zaino abbandonato a Central Park.
Conseguenze legali e impatto sull’opinione pubblica
Mangione, che ha studiato alla UPenn e risiedeva a Honolulu, Hawaii, è stato arrestato per possesso illegale della pistola e dovrà essere estradato a New York per rispondere all’accusa di omicidio. L'assassinio del CEO Brian Thompson aveva scioccato New York e il mondo del business, lasciando un segno indelebile su una città già provata da tensioni sociali e economiche.
Cugino di un deputato statale del Gop
Luigi Mangione, il sospetto killer del Ceo di United Helthcare, è parente di un deputato repubblicano al parlamento statale del Maryland: Luigi e Nino Mangione sono cugini. Lo hanno confermato la Nbc e la Fox dopo una prima segnalazione sul Baltimore Sun.
Stretti legami con la comunità italo-americana
La famiglia di Nino Mangione ha stretti legami con la comunità italo-americana di Baltimora. Un nonno, Joseph Zannino, è stato membro dell’Order Sons of Italy e del comitato che ha portato all’istituzione del Columbus Day come festa nazionale. Un altro nonno, Nicholas Mangione, era un imprenditore immobiliare cresciuto in una povera famiglia di emigranti italiani. Sulla sua pagina Facebook Nino Mangione si identifica come "un repubblicano conservatore» che «si batte per la libertà e il futuro del Maryland».
L'arma forse creata con stampante 3D
Mangione potrebbe aver fabbricato con la stampante 3D l’arma usata per l’omicidio. E’ una pistola semiautomatica. Lo ha detto la nuova commissioner della polizia di New York Jessica Tisch. Secondo gli investigatori, Mangione potrebbe aver preso di mira il dirigente del colosso delle assicurazioni sanitarie, per come era stato trattato un proprio familiare che si era ammalato.
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