Centinaia di persone hanno manifestato a Damasco per la democrazia e i diritti delle donne nella nuova Siria, per la prima volta dalla caduta della capitale in mano a una coalizione guidata da islamisti radicali. «Vogliamo la democrazia, non uno Stato religioso», "La religione appartiene a Dio e la nazione a tutti", "Siria, uno Stato libero e laico", hanno scandito i manifestanti, riuniti nell’emblematica piazza degli Omayyadi nel centro di Damasco. «Per 50 anni siamo stati sotto il dominio di un tiranno che ha minato l’azione politica e i partiti. Oggi (...) vogliamo uno Stato laico e democratico», ha dichiarato Ayham Omar Hamcho, un fabbricante di protesi di 48 anni.
Il contesto della caduta di Damasco
Damasco è caduta l’8 dicembre contro una coalizione di gruppi armati guidati da Hayat Tahrir al-Sham (HTS), un gruppo islamista radicale. Il presidente Bashar al-Assad è fuggito a Mosca. Le nuove autorità hanno affermato che rispetteranno le libertà e hanno promesso di «garantire i diritti di tutti», ma molti temono la loro inclinazione islamista. L’HTS sostiene di aver rotto con il jihadismo, ma il gruppo è ancora classificato come movimento «terrorista» da diversi Paesi occidentali, tra cui gli Stati Uniti.
Manifestanti e resistenza civile
Solo pochi combattenti armati, alcuni dei quali indossavano passamontagna, erano presenti sul luogo della manifestazione e si aggiravano tra i manifestanti. Uno di loro ha affermato che «la rivoluzione siriana ha trionfato con la forza delle armi», prima di essere preso in giro dai manifestanti che hanno gridato «basta con il dominio dei militari». «Le donne siriane hanno sempre partecipato alle rivolte», ha detto l’attrice Raghda al-Khatib, sottolineando che le donne 'hanno protetto i manifestanti, curato i feriti e sono state imprigionatè durante la rivolta contro il governo di Bashar al-Assad. La rivolta pacifica del 2011, sedata nel sangue, è degenerata in una guerra civile che ha diviso il Paese e ha causato più di mezzo milione di morti.
Le donne e il loro ruolo nella nuova Siria
La manifestazione di giovedì è stata «un attacco preventivo» volto a prevenire l’instaurazione di un regime conservatore, ha voluto credere l’attrice, e «le persone che sono scese in piazza contro un regime assassino sono pronte a manifestare di nuovo». Un politico delle nuove autorità, Obaida Arnaout, ha scatenato un putiferio qualche giorno fa quando ha affermato che è «prematuro» che «le donne siano rappresentate in posti ministeriali o parlamentari». Nella Siria di Assad, che si opponeva ferocemente agli islamisti, con il partito Baath inizialmente guidato dall’idea di avere uno Stato laico per unificare i Paesi arabi, le donne occupavano dal 20 al 30% dei posti ministeriali e parlamentari. Arnaout ha sostenuto che le donne hanno «una particolare natura biologica e psicologica» che deve essere presa in considerazione. Le donne siriane che partecipavano alla manifestazione lo hanno fischiato.