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A Betlemme Natale cupo sotto l'ombra della guerra. Tensioni in Siria, cristiani in piazza a Damasco

Betlemme celebra il Natale sotto l’ombra della guerra. I cristiani si sono riuniti nella Chiesa della Natività, nella città santa, per celebrare la nascita di Gesù e per il secondo anno consecutivo, sono mancate le decorazioni festive.

Diverse centinaia di persone erano presenti, anche se poche in confronto alle presenze turistiche degli anni passati, vista l’escalation della guerra fra Israele e militanti palestinesi nella Striscia di Gaza.

Nella Piazza della Mangiatoia, il cuore della città palestinese dominato dalla chiesa che segna il luogo in cui per i cristiani è nato Gesù Cristo, un gruppo di scout ha tenuto una parata. Tradizionalmente a Betlemme un grande albero di Natale illuminava Piazza della Mangiatoia, ma per il secondo anno le autorità locali hanno preferito non organizzare celebrazioni elaborate.

«Quest’anno abbiamo limitato la nostra gioia», ha detto il sindaco di Betlemme, Anton Salman. Il patriarca, l’arcivescovo Pierbattista Pizzaballa, ha raccontato alla folla a Betlemme di essere appena tornato da Gaza, dove ha «visto tutto distrutto, povertà, disastro». «Ma ho anche visto la vita: non si arrendono. Quindi non dovresti arrenderti neanche tu. Mai», ha aggiunto. Nonostante il clima cupo, alcuni cristiani in Terra Santa (circa 185.000 in Israele e 47.000 nei territori palestinesi) hanno trovato rifugio nella preghiera. «Il Natale è una festa di fede.Pregheremo e chiederemo a Dio di porre fine alle nostre sofferenze», ha detto Salman.

Rogo albero Natale, proteste a Damasco per diritti dei cristiani

Centinaia di manifestanti sono scesi in piazza nelle zone cristiane di Damasco dopo l’incendio di un albero di Natale vicino ad Hama, nella Siria centrale. I dimostranti, intonando slogan per la difesa dei diritti dei cristiani, hanno marciato verso la sede del Patriarcato ortodosso nel quartiere di Bab Sharqi. «Se non ci è permesso di vivere la nostra fede cristiana nel nostro Paese, come facevamo prima, allora non apparteniamo più a questo posto», ha detto un manifestante.

Le proteste sono scoppiate dopo la pubblicazione di un video che mostrava combattenti incappucciati che appiccavano il fuoco a un albero di Natale nella città a maggioranza cristiana di Suqaylabiyah. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, i combattenti erano stranieri del gruppo islamico Ansar al-Tawhid. Un leader religioso di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) ha promesso punizioni. «L'albero sarà restaurato e illuminato entro domani mattina», ha detto.

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