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Israele, scontro Netanyahu-ultradestra: la tregua rischia di slittare. Ancora raid a Gaza, oltre 80 morti

L’ultradestra israeliana si mette di traverso sulla tregua a Gaza, rischiando di far slittare a lunedì l’entrata in vigore dell’intesa raggiunta a Doha, che prevede il rilascio dei primi tre ostaggi.

L’ultradestra israeliana si mette di traverso sulla tregua a Gaza, rischiando di far slittare a lunedì l’entrata in vigore dell’intesa raggiunta a Doha, che prevede il rilascio dei primi tre ostaggi. «Se l’accordo sarà approvato, presenteremo lettere di dimissioni e non faremo parte del governo. Ritorneremo solo se la guerra a Gaza riprenderà», ha dichiarato Itamar Ben Gvir, ministro della Sicurezza nazionale e falco oltranzista, alla vigilia della riunione dell’esecutivo chiamata a votare sull’intesa.

Secondo i media israeliani, il primo ministro Benyamin Netanyahu sarebbe pronto a rinviare tutto a sabato sera, con i ministri che si incontreranno come previsto ma potrebbero sospendere la riunione fino alla fine dello Shabbat. Dopo il voto, gli oppositori avranno 48 ore per presentare ricorso alla Corte Suprema, il che spingerebbe l’implementazione dell’accordo a lunedì.

La situazione è precipitata quando, durante una call tra il team negoziale e Netanyahu, è emersa la notizia che Hamas voleva modificare una clausola che dà a Israele il diritto di veto sul rilascio di detenuti palestinesi considerati simboli del terrorismo. Questo è stato smentito da Hamas, ma il partito sionista religioso di Bezalel Smotrich ha comunque minacciato il governo, chiedendo che, subito dopo la liberazione dei 33 ostaggi, l’esercito torni a mettere a ferro e fuoco Gaza fino alla completa distruzione di Hamas.

In serata, gli animi si sono leggermente placati: Smotrich ha dichiarato di aver trovato una soluzione, mentre il leader del partito Shas, il rabbino Arie Deri, ha annunciato che gli ostacoli sono stati superati. Un messaggio dal sito palestinese Shebakt Quds ha confermato che tutte le controversie sull’accordo sono state risolte e che l’intera intesa sarebbe stata firmata in serata.

Nel frattempo, la tensione rimane alta. Netanyahu ha incontrato Smotrich sei volte in due giorni, cercando di evitare ulteriori dimissioni. Anche se l’intesa venisse osteggiata da alcuni ministri, pare che avrebbe comunque i numeri per passare sia nel gabinetto di sicurezza sia nel governo.

Sul fronte negoziale, il direttore dello Shin Bet, Ronen Bar, ha condotto un braccio di ferro a Doha per determinare i nomi dei detenuti palestinesi da liberare, con l’aiuto di inviati americani come Brett McGurk e Steve Witkoff. A Washington, il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, John Kirby, ha espresso fiducia che il rilascio degli ostaggi possa iniziare domenica, nonostante restino alcuni dettagli da chiarire.

Intanto, la situazione sul terreno è critica. Sebbene gli attacchi israeliani sembrino diminuire, nelle ultime 24 ore 81 persone sono state uccise e 188 ferite, secondo il ministero della Sanità di Hamas. Israele ha confermato operazioni mirate, tra cui l’uccisione di Muhammad Hasham Zahedi Abu Al-Rus, membro della cellula Nukhba, responsabile dell’attacco del 7 ottobre 2023. Circa 50 obiettivi terroristici sono stati colpiti, inclusi militanti di Hamas e della Jihad islamica, siti militari e depositi di armi.

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