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Israele e Hamas firmano ufficialmente l'accordo di tregua. Netanyahu: “Ostaggi liberi domenica”

Le famiglie dei 98 ostaggi ancora nelle mani di Hamas sono state aggiornate e il premier ha incaricato le autorità di lavorare sui preparativi per accoglierli non appena saranno liberati

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che i team negoziali israeliani e di Hamas hanno firmato a Doha un accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi.
Una dichiarazione dell’ufficio di Netanyahu riportata dal Times of Israel afferma che il premier ha convocato una riunione del gabinetto di sicurezza per domani per votare l’accordo: «Soggetto all’approvazione del gabinetto e del governo, e all’entrata in vigore dell’accordo, il rilascio degli ostaggi potrebbe realizzarsi secondo il piano stabilito, con la possibilità che gli ostaggi vengano liberati già domenica».
Il team negoziale israeliano ha chiamato Netanyahu poco prima delle tre del mattino ora italiana per informarlo che l’accordo era stato raggiunto. Il premier li ha ringraziati per i loro sforzi.
Anche le famiglie dei 98 ostaggi ancora nelle mani di Hamas sono state aggiornate e il premier ha incaricato le autorità di lavorare sui preparativi per accoglierli non appena saranno liberati. «Lo Stato di Israele è impegnato a raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, incluso il ritorno di tutti i nostri ostaggi, sia vivi che morti», aggiunge la nota dell’ufficio di Netanyahu.

Il bombardamento che aveva messo a rischio l'accordo

L’agenzia di difesa civile di Gaza ha affermato che Israele ha bombardato diverse aree del territorio dopo l’annuncio dell’accordo, uccidendo almeno 80 persone e ferendone centinaia.
L'ala armata di Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam, hanno avvertito che gli attacchi israeliani stavano mettendo a rischio la vita degli ostaggi che dovranno essere liberati in base all’accordo e avrebbero potuto trasformare la loro «libertà in una tragedia». L'accordo di cessate il fuoco è stato il risultato di sforzi intensificati da parte dei mediatori Qatar, Egitto e Stati Uniti, dopo mesi di negoziati infruttuosi per porre fine alla guerra più devastante nella storia di Gaza. Se finalizzato, metterebbe fine alle ostilità un giorno prima dell’insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump.
Inviati sia del team di Trump che dell’amministrazione uscente del presidente Joe Biden erano presenti alle ultime negoziazioni, con un alto funzionario di Biden che ha affermato che l’improbabile abbinamento è stato un fattore decisivo nel raggiungimento dell’accordo.
Il primo ministro del Qatar Sheikh Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani, annunciando l’accordo, ha detto che un cessate il fuoco iniziale di 42 giorni vedrebbe il rilascio di 33 ostaggi, tra cui donne, «bambini, anziani, così come civili malati e feriti». Sempre nella prima fase, le forze israeliane si ritirerebbero dalle aree densamente popolate di Gaza e consentirebbero ai palestinesi sfollati di tornare «alle loro residenze», ha detto. Biden ha detto che la seconda fase dell’accordo potrebbe porre «fine definitiva alla guerra» e ha aggiunto che l’accordo «aumenterà l’assistenza umanitaria tanto necessaria ai civili palestinesi e riunirà gli ostaggi alle loro famiglie».
Anche il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha sottolineato «l'importanza di accelerare l’ingresso di aiuti umanitari urgenti» a Gaza. Il Cairo ha affermato di essere pronto a ospitare una conferenza internazionale sulla ricostruzione a Gaza, dove le Nazioni Unite hanno affermato che ci vorranno più di un decennio per ripristinare le infrastrutture civili.

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