Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Israele pronto a occupare Gaza, Netanyahu: vigilia di un'invasione massiccia. Raid in Yemen: fuori uso l'aeroporto di Sanaa

Israele approva un piano per espandere le operazioni militari a Gaza, conquistare l’intera Striscia e rimanervi a tempo indeterminato: sarà attuato dopo la visita di Trump nella regione la prossima settimana e include lo sfollamento di centinaia di migliaia di palestinesi.

Le Forze armate israeliane hanno confermato il massiccio attacco in Yemen, per il secondo giorno consecutivo: stavolta a essere bersagliata è stata soprattutto la capitale, Sanaa. «Jet da combattimento dell’Idf hanno colpito e smantellato le infrastrutture terroristiche degli Houthi nell’aeroporto principale di Sanaa, rendendo l’aeroporto completamente inutilizzabile», si legge in una nota ufficiale.

«Sono state colpite le piste, gli aerei e le infrastrutture dell’aeroporto» che «fungeva da hub del regime terroristico Houthi per il trasferimento di armi e agenti», si spiega.

Lo scalo «è stato regolarmente utilizzato dal regime Houthi per scopi terroristici. Ciò sottolinea il brutale sfruttamento che gli Houthi hanno fatto delle infrastrutture civili per attività terroristiche», insiste l’Idf.

Non solo. «Diverse centrali elettriche sono state colpite nella zona di Sanaa» così come «il cementificio Al Imran, situato a nord della capitale e «che costituisce una risorsa importante per il regime terroristico degli Houthi e viene utilizzato per la costruzione di tunnel sotterranei e altre infrastrutture terroristiche».

Secondo l’Idf, «questo attacco indebolisce ulteriormente le capacità di potenziamento economico e militare del regime degli Houthi. Gli attacchi sono stati effettuati con lungimiranza e sono state prese misure per mitigare i danni ai civili e alle infrastrutture civili».

Netanyahu: vigilia di invasione massiccia

Israele approva un piano per espandere le operazioni militari a Gaza, conquistare l’intera Striscia e rimanervi a tempo indeterminato: sarà attuato dopo la visita di Trump nella regione la prossima settimana e include lo sfollamento di centinaia di migliaia di palestinesi. «Siamo alla vigilia di un’invasione massiccia», avverte Netanyahu.

Due morti e 42 feriti nell’attacco israeliano di ieri contro una fabbrica in Yemen.

Un alto funzionario di Hamas ha dichiarato che il gruppo non è più interessato ai colloqui per una tregua con Israele e ha esortato la comunità internazionale a porre fine alla «guerra della fame» israeliana contro Gaza. «Non ha senso avviare colloqui o prendere in considerazione nuove proposte di cessate il fuoco finché la guerra della fame e la guerra di sterminio continuano nella Striscia di Gaza», ha dichiarato Basem Naim all’Afp, esortando la comunità internazionale «a fare pressione sul governo Netanyahu affinché ponga fine ai crimini di fame, sete e uccisioni» a Gaza.

Le sue dichiarazioni giungono il giorno dopo che l’esercito israeliano ha dichiarato che l’espansione delle operazioni a Gaza avrebbe incluso lo sfollamento della «maggior parte» dei suoi residenti.

 Il presidente siriano Julani domani a Parigi da Macron

Il presidente siriano Ahmed al-Sharaa (Abu Mohammad al-Julani), al potere dalla caduta di Bashar al-Assad a dicembre, sarà ricevuto domani a Parigi dal leader francese Emmanuel Macron per la sua prima visita in Europa. Lo ha annunciato oggi l’Eliseo. Il presidente della Francia "ribadirà il sostegno» di Parigi «alla costruzione di una nuova Siria: libera, stabile e sovrana, che rispetti tutte le componenti della società», ha affermato la stessa fonte. «Questo incontro rientra nell’impegno storico della Francia nei confronti dei siriani che aspirano alla pace e alla democrazia», ha aggiunto la presidenza francese, assicurando che Macron ribadirà «le sue richieste al governo siriano: prima di tutto la stabilizzazione della regione, in particolare del Libano, nonché la lotta al terrorismo».

Il capo di Stato francese aveva invitato il leader transitorio siriano a visitare la Francia all’inizio di febbraio. Alla fine di marzo aveva poi subordinato tale invito alla formazione di un governo siriano che includesse «tutte le componenti della società civile» e a garanzie sulla sicurezza del Paese, giudicando al contempo i suoi colloqui iniziali al riguardo «del tutto positivi».

Da quando ha preso il potere a dicembre, la coalizione islamista al governo in Siria guidata da Julani ha cercato di presentare un’immagine rassicurante, in particolare nei confronti della comunità internazionale che la esorta a rispettare le libertà e a proteggere le minoranze.

In gioco c'è la revoca delle sanzioni imposte al potere di Assad. Tuttavia i massacri che hanno causato la morte di 1.700 persone, per lo più alawiti, nell’ovest del Paese a marzo, i recenti scontri con i drusi e gli abusi documentati dalle ong sollevano dubbi sulla capacità delle nuove autorità di controllare alcuni dei combattenti estremisti a loro affiliati.

Nel frattempo Israele ha recentemente intensificato i suoi attacchi nella vicina Siria, tra cui uno venerdì che ha preso di mira un’area nei pressi del palazzo presidenziale a Damasco. Lo Stato ebraico ha parlato di un «chiaro messaggio inviato al regime siriano» dopo gli attacchi alla minoranza drusa, sostenuti dai leader israeliani. Ma la presidenza siriana, che si è impegnata a proteggere tutte le comunità, ha denunciato una «pericolosa escalation», mentre sabato l’Onu ha chiesto a Israele di cessare "immediatamente" i suoi attacchi in Siria.

 

Tag:

Oggi in edicola

Prima pagina

Ancora nessun commento

Commenta la notizia