Giovedì 02 Maggio 2024

"Siamo qui", Vasco Rossi e il rock che non si arrende

Come suonerebbe un album di Vasco Rossi che fa esattamente Rossi Vasco, pieno di libertà, canzoni e rock’n’roll senza tanti vincoli? Forse suonerebbe proprio come “Siamo qui”, il nuovo e atteso lavoro da studio in uscita oggi e firmato dal rocker di Zocca, che torna in scena tra parole e chitarre, acustiche ed elettriche, poesia e voglia di far cantare il suo “popolo”, quello del Kom come quello del Blasco. È anche un lungo filo rosso, quello che segue Vasco, da “Siamo solo noi”, che quest’anno compie 40 anni, passando da “Siamo soli” e fino a “Siamo qui”. Un filo che attraversa le generazioni, cresciute, che prendono atto e che vanno avanti. Utopie degli anni Settanta, “Bollicine” degli Ottanta e consapevolezze a seguire. Le consapevolezze del “siamo qui” e non ci arrendiamo, comunque vada. “Siamo qui” è la musica “suonata” di Vasco, tra ironia e disillusione, nostalgia spruzzata qua e la e tanto rock. «Non so se è il rock che ha scelto me o se sono io che ho scelto il rock» dice la voce delle nuove “XI Comandamento”, “L’amore, l’amore” e “Prendiamo il volo”. Di certo c’è che Vasco sceglie sempre la canzone, per quello che (di bello) è e racconta, del mondo, di lui stesso e di quello che lo circonda, ancora una volta, anche nel 2021. Tanto Rossi per tante atmosfere differenti, dalle visioni future e rock di “XI Comandamento fino ai sentimenti ai tempi della società fluida, con la divertita e divertente “L’amore, l’amore”, scritta con Roberto Casini. La title-track dell’album, “Siamo qui”, è invece la disillusione ma anche la coerenza del sapere qual è il posto nel mondo (della musica ma anche no) che ci si è ritagliati nel tempo, con la fatica delle canzoni che ripercorrono una vita, tra arrampicate e cadute. Pedalate in piano per farsi il fiato e riprendere a salire, oppure lanciarsi in discesa. Poco lo spazio concesso al pop nella scaletta dell’album e che è sintetizzato tra le rime di “La pioggia alla domenica”. E la memoria vola a quella “Domenica lunatica” che fu, scanzonata e ironica come, appunto, una domenica “easy”. Poi le ballad, quelle che i fan aspettano di tornare a cantare ai concerti e che nel nuovo album rispondono ai nomi di “Ho ritrovato te” e “Un respiro in più”. Respiro autobiografico, forse. Sentimento, tanto. Rock, hard rock, rock’n’roll alla “vecchia” e che non deve chiedere niente a nessuno è quello dell’incandescente “Tu ce l’hai con me” («dimmelo, sei sempre stupido, oppure sei soltanto in bilico»). “Patto con riscatto” è una metafora aperta. E il patto che Vasco ha fatto con musica? quello tra due persone che «siamo fatti cosi, ci divertiamo e non abbiamo paura di perdere?» magari entrambe le cose. Testi metaforici, energia e trascinante ironia. Ma alla Vasco.

leggi l'articolo completo