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Taormina incantata: con Bocelli la gioia della musica, dall’opera al pop

La musica come patria comune, per costruire ponti tra gli umani. A Taormina, in quella stanza perfetta della bellezza che è il Teatro Antico, tutta la Sicilia e tutto il mondo sono diventati musica. E l’attesissimo concerto di Andrea Bocelli, nel suo doppio live di venerdì e sabato, unica tappa italiana (9mila spettatori, per il 60 per cento circa stranieri), lo ha confermato. La musica come destino, per il tenore toscano, a cominciare da quella partecipazione a Sanremo nel 1994 con «Il mare calmo della sera» in cui «la ragione del canto» sembrava presagire quella che sarebbe stata ed è una straordinaria carriera, con prestigiosi riconoscimenti (tra i quali Grammy Awards, Latin Grammy Award e una stella sulla Hollywood Walk of Fame) ed esibizioni nei teatri più celebri del mondo.

Ad aprire il concerto, il suggestivo brano «O Fortuna» dei Carmina Burana di Carl Orff, a chiuderlo un inno per il nostro pianeta, il «Canto della Terra», «una terra che gira insieme a noi… che gira anche per noi», tratto da «Sogno» di Francesco Sartori e Lucio Quarantotto. E in mezzo, nella prima parte della serata, le arie più famose di Verdi (da «Il Trovatore», da «Rigoletto» e da «La Traviata»), di Bellini (da «Norma»), di Puccini («Gianni Schicchi») di Lehar («La vedova allegra»). Una vocalità che sgorga potente e limpida, quella di Bocelli, che anche con qualche passo di valzer ( «Libiamo ne’lieti calici» e «Tace il labbro») ha duettato con le talentuose soprano Leyla Martinucci, Serena Gamberoni e la giovane Amelia Milo (scoperta proprio da Bocelli) attrice e cantante pop oltre che soprano. Insieme a loro il basso di origine ucraina Roman Lyulkin, tutti accompagnati dall’Orchestra Filarmonica della Calabria diretta da Carlo Bernini e dal Coro Lirico Siciliano.
Ed è stato Bernstein ad aprire la seconda parte del concerto con quella «gioia della musica» – come il grande maestro statunitense diceva – che ha moltiplicato le emozioni con il medley tratto da «West Side Story», mentre i giovani e bravi ballerini Angelica Gismondo e Francesco Costa danzavano, lievi, il mistero dell’amore.

I classici, tutti i classici bisogna farli vibrare e così è stato nella notte taorminese per colonne sonore e canzoni senza tempo: dal medley dell’ «American Theme» di Ennio Morricone con il flauto magico, tra i più importanti al mondo, di Andrea Griminelli, a «Granada», eseguita da Bocelli e Griminelli, mentre i due danzatori, lei in tulle vermiglio, volteggiavano con eleganti movenze gitane al ritmo concitato della musica. E poi, ancora, «’O surdato ‘nnamurato» di Enrico Cannio, «Mattinata» di Leoncavallo, la magnifica «Think of me» tratta dal «Phantom of the Opera» di Andrew Lloyd Webber e «Can’t help falling in love» di Luigi Creatore.
Infine, a grande richiesta del pubblico, doppio bis di Bocelli con tre tra i maggiori successi della musica italiana nel mondo, le indimenticabili «O sole mio», «Con te partirò» e «Nessun dorma».

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