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Siamo tutti “Anime parallele”: il nuovo album di Laura Pausini, a 5 anni dall’ultimo

Nel concept 16 storie che vogliono essere un antidoto all’omologazione e alla paura: l’amore è la risposta

Dopo la pandemia «siamo diventati tutti Anime Parallele, omologati per paura di essere esclusi, anche se più lontani gli uni dagli altri, con meno punti di riferimento e d’incontro»: è da questa consapevolezza che è nato il nuovo album di Laura Pausini, "Anime parallele", uscito ieri in tutto il mondo, a cinque anni di distanza dall’ultimo disco "Fatti sentire".

«È passato molto tempo, tutti noi – racconta l’artista, presentando il concept album nel pop up store milanese dedicato all’uscita – abbiamo avuto tempo per pensare alle domande che avevamo rimandato, questo disco è nato in quel momento, quando come animali in gabbia ci hanno riaperto le porte». Oggi – riflette la cantante di Solarolo, che festeggia 30 anni di carriera – «tutto cambia molto velocemente e non abbiamo riferimenti, io vivo in modo molto drammatico i cambiamenti, non ho mai superato questa paura, dovevo capire come affrontare questo stato d’animo e lo sto ancora facendo, poi ho capito che dovevo guardare noi stessi da fuori. Ho pensato di mettere al centro l’individualità e il suo diritto di esistere ed essere rispettata, che è sempre più difficile. Condividiamo lo stesso percorso ma ognuno ha la sua direzione, dove sta il punto di incontro? Vorrei invogliare chi ascolta questo disco ad amarsi e soprattutto a rispettarsi di più».
Di fronte alle «guerre che ci invadono la mente, le notizie sui social, il bullismo e la violenza sulle donne», Pausini ammette di svegliarsi «preoccupata ogni giorno». Per questo, «ho cercato di mettere al centro di questo lavoro l’amore, non solo di coppia, questo è un album – sottolinea – dedicato alla ricerca del significato dell’amore, da cui dovremmo ripartire tutti».

Per affrontare l’amore in tutte le sue sfumature, Laura ha «scavato nei miei sentimenti privati e in quelli di persone conosciute in questi 30 anni: sono 16 persone con 16 storie e stati d’animo e punti di vista diversi, collegati dalla voglia di superare tutto attraverso l’amore». Sono storie personali come «Un buon inizio», «un augurio per chi come me si è sentito spento, frenato, impaurito».

In questi ultimi 5 anni durante i quali è stata protagonista di un tour mondiale, un biopic, ha ricevuto un Golden Globe e una nomination agli Oscar, «ci sono stati momenti – racconta – in cui mi sono sentita insicura come madre e cantante e non capivo che direzione prendere perché temevo di aver già dato tutto, e non credevo più in me». «Dentro di me non mi sento all’altezza della mia carriera – confida – sono molto più normale della mia carriera e questo contrasto crea un disequilibrio».

Poi è arrivato il singolo «Durare», «che ricorda la passione e il sacrificio, la bellezza e la pazienza di una relazione», e che «mi ha fatto sentire più forte». E ancora «Dimora naturale», dedicata alla figlia Paola, che canta con lei, e «Davanti a noi», le cui parole sono le promesse di matrimonio scambiate con il marito Paolo Carta. Il più intenso dei brani, «Flashback», ha invece come protagonista Alessia Pizzuti, che 15 anni fa la chiamò in radio per chiederle aiuto, confidandole di essere vittima di abusi da parte del padre. Ora quella ragazzina è madre di due figli, ha scritto un libro in cui parla della sua storia e dove Laura è diventata quella luce che l’ha aiutata a credere ancora nella vita. Perché «Ne vale la pena», come sottolinea Pausini nel brano dedicato a Virna e al suo amore morto in un incidente.

«Abbiamo tutti un tempo per vivere e queste strade ci ospitano, vogliamo ancora massacrarci? siamo tutti ansiosi e preoccupati, ma è giusto che ognuno ci metta del suo meglio e questo disco – conclude Pausini, che da dicembre sarà in tour prima in Italia e poi nel mondo – è un tassello».

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