Oltre cinquanta artisti, ma i veri protagonisti del Concertone del Primo Maggio a Roma, eccezionalmente al Circo Massimo causa lavori in piazza San Giovanni in vista del Giubileo, sono stati la pioggia, caduta incessantemente fino alla sera, e il fango dell’antica arena. Nonostante i disagi, il pubblico non ha ceduto e con l’inizio delle esibizioni serali, le più attese, ha riempito il Circo Massimo.
Chi si aspettava proclami e appelli, è rimasto deluso. Il Concertone non ha avuto grossi scossoni. Persino Morgan ha smussato ogni possibile polemica per essere stato sfumato durante la sua esibizione a favore dei tg. «È stato molto rock. Molto d’avanguardia». L’unica stoccata sul palco la manda allo Stato, reo di non tutelare abbastanza gli artisti, e poi, dietro le quinte, è la volta di X Factor: «torno ma per distruggere tutto con la bomba atomica. A Sanremo porterei invece una bomba musicale, perché c'è bisogno di far detonare l’energia musicale».
Il brivido c'è stato alle 15, quando la diretta ha preso il via. O meglio, ha cercato di prendere il via perché un forte acquazzone ha provocato problemi tecnici che hanno costretto a interrompere prima l’esibizione dei Bloom di Giusy Ferreri e poi quella dei Cor Veleno. Venti minuti di silenzio, con Ermal Meta, conduttore con Noemi e BigMama, che chitarra e voce ha improvvisato Hallelluja di Leonard Cohen, riuscendo nell’impresa di far smettere di piovere. Per poco, ma il tempo necessario per risolvere i problemi.
BigMama, dal canto suo, ha voluto dedicare il suo monologo ai giovani. «Ci dicono sempre 'non mollare, non ti arrendere, devi farcelà. Siamo figli di questa generazione che ha paura di non farcela. Sbagliare non è mai qualcosa di umano, la media deve essere altissima. Invece dovete ricordare che il fallimento è qualcosa di prezioso, ti fa ragionare su quanto credi nel tuo sogno, nella tua forza interiore. Io lo chiamo desiderio di rivalsa, la cosa più bella che ho». Lo ha detto dal palco del Concertone. «Sbagliare è umano e fallire è prezioso. Sarà la vostra ambizione che muoverà il mondo. Credere nei propri sogni salva», ha aggiunto.
Noemi, invece, ha puntato i riflettori sulla condizione della donna. «Il Primo Maggio deve essere fino in fondo la festa delle lavoratrici e dei lavoratori, per il lavoro, per la giustizia sociale e contro le violenza sulla donne. Le donne sono trattate peggio e pagate meno sul lavoro. In Italia una donna su due non ha lavoro, molte donne hanno un lavoro precario o povero o costrette al part time. Nel privato lo stipendio è di circa 8mila euro più basso di quello di un uomo. Una donna su cinque lascia il lavoro dopo un figlio. Eppure le donne si laureano di più e con voti più alti». E poi l’affondo: «In Italia si continua a dire che dovremmo fare più figli, ma non si fa abbastanza per conciliare maternità e lavoro. E solo con l'indipendenza economica le donne possono difendersi dai soprusi e dalle violenze».
Dopo la prima parte, che ha visto esibirsi tra gli altri Malika Ayane, ex-Otago, Motta, Piotta, Leo Gassmann, il concerto è ripreso con l’immancabile Bella Ciao in versione Dance. Per lasciare poi spazio a Negramaro, Rosa Linn, Rose Villain, La Rappresentante di Lista, Achille Lauro. Tra i più attesi Geolier e Ultimo.
Focus dal Concertone
La storia della trans Elisa
«Io con la mia pelle ho sempre avuto un pessimo rapporto. Sono cresciuta in una società che non mi ha mai detto che potevo essere trans e poi, quando ho scoperto che era possibile, mi ha fatta sentire sbagliata, da guarire ed obbligata ad aderire a degli standard per essere accettata». Con un intervento intenso e molto forte la trans Elisa Calaseggio ha parlato al Concertone prima che i suoi amici Ex Otago cantassero 'La nostra pelle'. Il tema delle persone trans interessa in maniera particolare la Festa dei lavoratori proprio perchè sono le più penalizzate.
«Noi persone trans siamo state anche bambini trans che non hanno avuto gli strumenti per comprendersi e le parole per raccontarsi se non quelle stigmatizzanti - ha detto Elisa - secondo alcune ricerche le persone trans sono le persone con un tasso di disoccupazione doppio rispetto a quelle cis, un dato che si aggiunge ai costi proibitivi per accedere al percorso di transizione considerato un capriccio».
Quindi ha voluto ricordare Cloe Bianco, «donna trans, insegnante sollevata dal suo incarico dopo il suo coming out. Cloe ha subito discriminazioni e marginalizzazione fino a togliersi la vita dandosi fuoco», ha detto ricordando la tragica fine della professoressa transgender originaria di Marcon, provincia di Venezia, che a giugno, a 58 anni, è morta suicida, carbonizzata nel suo camper, che utilizzava come abitazione.
«La nostra pelle, come quella di chiunque altro, ha un valore inestimabile e la nostra esistenza è rivoluzione. Qualunque pelle abiti - ha concluso - tu non tradirti mai».
La polemica di Morgan
Nel corso del Concertone c'è anche spazio per la polemica di Morgan. «Voi siete qua, con gli ombrelli
aperti. Non esiste altra situazione in cui si vedono tutti questi ombrelli. Siete qua e non era scontato. Per chi si andrebbe fuori così? Per i politici no, solo per la musica. La musica è più importante di quello che i politici pensano». Lo ha detto Morgan prima di cantare Sì, certo l’amore, Rutti e Altrove. «Gli artisti non sono rispettati dalla politica - ha attaccato -. Rimanere senza canzoni, senza musica, è fare una vita peggiore. Noi italiani siamo inventori della musica. Non è possibile non rendersi conto di questo, privarci di tutela legale, lasciarci nelle mani del becero mercato squalo senza considerazione da parte dello Stato».
Noemi e il messaggio sulle donne
«Il 1 maggio dev'essere fino in fondo la festa delle lavoratrici e dei lavoratori. Per il lavoro, per la giustizia sociale e contro la violenza sulle donne. Sempre!». Così Noemi nel suo intervento al Concertone sulla parità di genere. Un intervento appassionato aperto con la foto di Claudia Goldin che, spiega la cantante-conduttrice, «è stata la prima donna a vincere il Premio Nobel per lo studio sul lavoro femminile. Si è chiesta - spiega Noemi - perchè le donne vengono pagate peggio di un uomo?».
«In Italia - dice Noemi - una donna su 5 lascia il lavoro dopo aver avuto un figlio. Eppure in Italia le donne si l aureano di più e con voti più alti. In Italia si continua a dire che dovremmo fare più figlie e figli, eppure non si fa abbastanza per rendere conciliabili lavoro e maternità. Perchè - prosegue Noemi - non lavorare o guadagnare troppo poco rende le donne vulnerabili. Solo con l’autonomia e l’indipendenza economica le donne si possono difendere da soprusi, ricatti e da uomini violenti».
«Quando le donne si ribellano e si rivolgono al centro antiviolenza il rischio è che si ritrovino senza soldi, senza un lavoro adeguati e con dei bambini da mantenere. Ecco perchè per molte è così difficile denunciare e venire fuori da situazioni familiari di violenza domestica - aggiunge Noemi - per cui l’indipendenza economica delle donne è l’unico modo per uscire da situazioni familiari violente e ritornare a vivere».
L'auspicio dei Negramaro
«Ricominciamo tutto dalla pace. Anche nella notte più buia brilla la pace». L’appello a fermare i conflitti nel mondo arriva dai Negramaro, sul palco di Roma. La band salentina ha cantato Luna piena, Ricominciamo tutto, Via le mani dagli occhi.
Rose Villan sfoggia una maglietta sui diritti umani
Human Rights. È la scritta che campeggia sulla t-shirt sfoggiata da Rose Villain al Concertone del Primo Maggio a Roma. La cantante durante la sua esibizione ha poi sottolineato come «la musica unisce e in questo momento c'è tanto più bisogno di unione».
Achillo Lauro legge la Costituzione
Achille Lauro, sul palco, ha letto alcuni articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.«Articolo 2: Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Articolo 4: Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; articolo 5: Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti».
Geolier dà voce a chi subisce
Contro le disuguaglianze, invece, il messaggio lanciato da Geolier: «Una voce va a tutte quelle persone
che vengono trattate in modo diverso per il luogo di provenienza o il colore della pelle, una voce per tutti quelli che si aggrappano al lavoro senza sicurezza, una voce va alle donne che sono troppe a subire. Siamo tutti uguali sotto lo stesso cielo. Viva la mia città, Napoli, che mi fa da madre e da padre».
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