Gli inceneritori e, più in generale, il dossier dei rifiuti continuano a spaccare la maggioranza. Da un lato il veto di Luigi Di Maio, che rinsalda l’asse ecologista con il Presidente della Camera, Roberto Fico e si ritrova perfino con il senatore 'ribelle' Gregorio De Falco. Sul fronte opposto, favorevole alla costruzione di nuovi impianti, Matteo Salvini, che parlando di infrastrutture chiosa: va bene il contratto ma «poi la realtà cambia e bisogna andare avanti e non indietro».
Nel mezzo il premier Giuseppe Conte che cerca di mettere calma. Tuttavia ricorda che è lui il garante del contratto, sposando implicitamente le tesi dei Cinque Stelle. Ad ogni modo Palazzo Chigi sottolinea che lunedì a Caserta l'esecutivo affronterà, con la firma di un protocollo d’intesa, l'emergenza dei roghi tossici nella Terra dei Fuochi.
In questo clima di scontro frontale, si insinua Forza Italia, con lo scopo di staccare la Lega dal patto di governo, definito da Antonio Tajani «un matrimonio contro natura che durerà poco» e da Silvio Belusconi «un’anomalia che non potrà durare a lungo».
Al di là delle schermaglie a colpi di dichiarazioni, il nodo centrale dello scontro tra Lega e M5S resta ancora del tutto irrisolto. Sul tema dei rifiuti il contratto parla chiarissimo e i 5 stelle ribadiscono che sui temi ambientali non intendono aprire alcun negoziato: «Nel nostro contratto di governo - ricorda Luigi Di Maio - c'è l’economia circolare, ci sono i cicli virtuosi dei rifiuti, c'è il grande sviluppo delle tecnologie alternative per l’energia rinnovabile e c'è il graduale spegnimento degli inceneritori».
Nel testo alla base del programma di governo, in effetti, non solo non si parla di nuovi inceneritori, ma nel capitolo 4 'Ambiente, green economy e rifiuti zerò, si prevede «una crescente percentuale di prodotto riciclato e contestualmente una drastica riduzione della quota di rifiuti smaltiti in discarica ed incenerimento, fino ad arrivare al graduale superamento di questi impianti».
Anche il Presidente della Camera, il campano Roberto Fico, punto di riferimento degli 'ortodossi', ribadisce la linea dura. Sulla gestione dei rifiuti, scrive su Facebook, «non vogliamo, non dobbiamo e non possiamo tornare indietro». «Abbiamo l'imperativo morale di andare avanti - prosegue Fico - proprio per tutelare la salute di tutte le persone che abitano la mia terra». E rispondendo a Salvini: «la realtà cambia se non si fa ciò che si è sempre fatto, per questo si va avanti con un altro modello di gestione di rifiuti».
Sulla carta, insomma, la frattura è insanabile. Anche se proprio Matteo Salvini assicura che il governo durerà cinque anni. Ottimista anche sui rifiuti, in vista del vertice di lunedì, a Caserta: «Parlerò con Luigi - garantisce il leader leghista - con cui abbiamo sempre trovato l’accordo, nell’interesse dei campani e non per gli interessi di altri». Ma il vicepremier premette: «Se hanno fatto finta di niente per trent'anni, io non sono al governo per fare finta di niente. I rifiuti vanno smaltiti producendo anche utili, energia, ricchezza e non producendo i roghi tossici che avvelenano e ammazzano. Se produci dei rifiuti, quasi ovunque quei rifiuti significano ricchezza non devastazione. Bisogna spiegare alla nostra gente che per il nostro bene, per la nostra salute e il nostro business non possiamo più far finta di niente».
Caricamento commenti
Commenta la notizia