Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Manovra, via libera definitivo dalla Camera: 313 voti a favore, Mattarella ha firmato

Luigi Di Maio e Giuseppe Conte al termine delle votazioni

Arriva l’atteso e sofferto via libera definitivo alla prima manovra gialloverde. A un soffio dall’esercizio provvisorio la Camera ha approvato, con 313 voti favorevoli e solo 70 contrari di Fi e Fdi, perché Pd e LeU non hanno partecipato, una legge di Bilancio corretta profondamente per venire incontro alla Ue e non incappare nella procedura di infrazione. Una manovra firmata immediatamente dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e che potrà così entrare in vigore, con sollievo di tutti, dal primo gennaio.

La riscrittura delle ultime settimane ha consentito di evitare di fatto un commissariamento «di 5-7 anni» e ha fermato la corsa dello spread, sottolinea il ministro dell’Economia Giovanni Tria, ammettendo che raggiungere il traguardo è costato «grande fatica». Ma si tratta di un risultato «voluto da tutti» e che non intacca i 'pilastri' del progetto del governo «scritto con il cuore», come dice Luigi Di Maio, e che, esulta il premier Giuseppe Conte, apre per l’Italia una «stagione di riscatto».

Peraltro, aggiunge Matteo Salvini, si rimettono «20 miliardi» nelle tasche degli italiani e sono quindi «ridicole» le
contestazioni delle opposizioni. A frenare i festeggiamenti arriva però, a pochi minuti dal voto del Parlamento, il monito di Pierre Moscovici: Bruxelles, ricorda via Twitter, vigilerà «attentamente» sulla «esecuzione» delle misure, adottate dopo «lunghe discussioni e momenti difficili».

Lo spettro della procedura, insomma, resta sempre dietro l’angolo. Anche perché ci sarà da fare i conti, come ammette Tria, con un contesto internazionale che «non si annuncia favorevole» e con impegni presi con Bruxelles non semplici da mantenere, dal maxipiano di privatizzazioni da un punto di Pil agli aumenti Iva da oltre 50 miliardi in due anni da sterilizzare.

E ancora prima saranno da concretizzare le promesse di bandiera di Lega e Movimento 5 Stelle, quota 100 per le pensioni e reddito e pensione di cittadinanza, ridimensionate nelle risorse ma non, ripetono come un mantra i due azioni di maggioranza, nella portata e nelle platee interessate. Il via libera alla manovra arriva comunque dopo che in Parlamento, e fuori, si è visto di tutto. Protese di Ncc, e dei tassisti, che hanno paralizzato Roma. Sindacati sul piede di guerra per il nuovo 'raffreddamento' delle pensioni.

Pd in manifestazione fuori da Montecitorio e Forza Italia pronta a sua volta alla piazza in 'gilet azzurri'. E poi in Aula urla, spintoni, faldoni per aria, offese, accuse reciproche. Scontri, sempre più accesi, tra gli ormai ex alleati Lega e Fi. E, da ultimo, l’incidente sul «clima da terrorismo mediatico e psicologico» denunciato sul blog delle Stelle che ha scatenato lo sdegno delle opposizioni e la 'bacchettata' del presidente della Camera, Roberto Fico.

«La democrazia non è sotto attacco: l'opposizione fa il suo lavoro», ha detto poco prima della rimozione del post dal sito ufficiale del Movimento. Più volte sollecitato dalle minoranze a essere «imparziale» e a fare rispettare le prerogative del Parlamento che non ha potuto, «prima volta nella storia», esaminare davvero la manovra, Fico ha difeso il suo ruolo, spiegando che certo, i tempi della discussione «dovevano essere più lunghi» ma non si potevano
ampliare, pena l’esercizio provvisorio.

Se il lavoro, a tratti estenuante, per portare a casa la manovra si è concluso a 24 ore dalla deadline del 31 dicembre, già da gennaio il governo dovrà comunque tornare a metterci mano. Intanto per sistemare il pasticcio dell’Ires sul no profit, sulla quale già è stata annunciata una retromarcia. E poi per rivedere qualche 'errore' o qualche 'dimenticanza'. Come quella - viene rubricato come tale - sul fronte della flat tax per gli autonomi. Varata con un 'buco' che permetterebbe lo sconto per un anno anche se si supera la soglia dei 65 mila euro.

Caricamento commenti

Commenta la notizia